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Data: 06/09/2015

Regione, territorio abbandonato e dipendenti trasferiti

Regione, territorio abbandonato e dipendenti trasferiti
La Fp Abruzzo denuncia la disorganizzazione dell’ente, che non risparmierà neppure risorse

 

di Carmine Ranieri, segretario generale Fp-Cgil Abruzzo

 

La Regione Abruzzo, nell'ambito della propria riorganizzazione amministrativa, ha predisposto il nuovo fabbisogno del personale e l'assegnazione dello stesso ai Dipartimenti. I provvedimenti proposti sono la conseguenza delle scelte organizzative compiute, sulle quali la Fp Cgil ha già espresso le proprie perplessità, ma la Regione non ha voluto avviare un vero confronto di merito.

Gli effetti di tale nuova (dis)organizzazione comporteranno in alcuni settori un abbandono del territorio, lo spostamento del personale e una peggiore qualità dei servizi. Lo scioglimento degli enti strumentali della Regione, con una cattiva gestione del processo di ricollocazione del personale, ha causato una distribuzione squilibrata dei dipendenti, pertanto un loro diverso utilizzo è senz'altro opportuno, ma il disegno della Regione penalizza il territorio, mortifica il personale e riduce la qualità dei servizi offerti.
Caso emblematico quello del Dipartimento dell'Agricoltura, dove si prevede il trasferimento di centinaia di dipendenti delle sedi periferiche nella sede di Pescara. Tali mobilità sono dovute all'accentramento di tutte le funzioni istruttorie del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) presso la sede pescarese, depauperando di fatto i territori di un importante presidio e penalizzando gravemente l'utenza. Ciò, tra l'altro, in controtendenza rispetto alle riforme in corso che chiamano la Regione ad assolvere le funzioni sul territorio già di competenza delle Province.
Tale operazione non porterà nessun risparmio di spesa ma solo disagi. Al contrario, i provvedimenti della giunta regionale prevedono l'assunzione di ulteriori dirigenti nonostante le norme nazionali impongano lo snellimento delle strutture burocratiche-amministrative attraverso la riduzione delle posizioni dirigenziali. La Cgil dunque chiede la modifica dei provvedimenti proposti e un vero confronto di merito sul ruolo e la presenza della Regione sul territorio.


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