Data: 02/12/2014
Ricostruzione: disonesti, Sal e autocertificazioni. Anche i furbi a guardia del forziere: le norme sono da cambiare
L’intervento della Cgil aquilana mentre la nuova legge approda in Parlamento, un allarme inascoltato da oltre un anno
Quando è accaduto nei giorni scorsi all'Aquila e in altri comuni del cratere terremotato, dove un centinaio di subappaltatori impegnati nei cantieri della ricostruzione hanno denunciato un giro di false autocertificazioni presentate dalle imprese edili affidatarie degli interventi per dimostrare pagamenti mai avvenuti e incassare gli stati di avanzamento lavori, i cosiddetti Sal, per opere eseguite dalle piccole ditte subappaltatrici, non poteva non alzare un vespaio di polemiche (fin dentro le associazioni imprenditoriali) ma anche l'intervento del Comune capoluogo, il cui sindaco Massimo Cialente ha preso carta e penna (si veda la rubrica "Per la Ricostruzione" in questo sito) e si è rivolto direttamente ai magistrati della Procura della Repubblica aquilana. E tuttavia il rischio che tutto ciò potesse accadere era stato segnalato dalla Cgil oltre un anno fa, una segnalazione pubblica, inoltrata alle istituzioni e alla stampa, della quale chi poteva decidere non tenne alcun conto. Con i risultati che vediamo oggi e sui quali la Camera del lavoro provinciale ha preso posizione chiedendo di cambiare la norma. Di seguito la lettera odierna del segretario generale.
<Prevedere quando si autorizza il versamento del Sal a favore di un'impresa una certificazione inerente gli avvenuti pagamenti (ai subappaltatori e ai fornitori) da parte di quell'impresa è certamente corretto. C'è da chiedersi però se aziende scorrette o mafiose, alle quali... si affida la responsabilità di autocertificare la propria correttezza, dinanzi al denaro si lascino intimidire dal reato di responsabilità penale legato alle autocertificazioni false>.
Umberto Trasatti, segretario generale Cgil L'Aquila |
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