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Data: 02/12/2014

Ricostruzione: disonesti, Sal e autocertificazioni. Anche i furbi a guardia del forziere: le norme sono da cambiare

Ricostruzione: disonesti, Sal e autocertificazioni. Anche i furbi a guardia del forziere: le norme sono da cambiare
L’intervento della Cgil aquilana mentre la nuova legge approda in Parlamento, un allarme inascoltato da oltre un anno

Quando è accaduto nei giorni scorsi all'Aquila e in altri comuni del cratere terremotato, dove un centinaio di subappaltatori impegnati nei cantieri della ricostruzione hanno denunciato un giro di false autocertificazioni presentate dalle imprese edili affidatarie degli interventi per dimostrare pagamenti mai avvenuti e incassare gli stati di avanzamento lavori, i cosiddetti Sal, per opere eseguite dalle piccole ditte subappaltatrici, non poteva non alzare un vespaio di polemiche (fin dentro le associazioni imprenditoriali) ma anche l'intervento del Comune capoluogo, il cui sindaco Massimo Cialente ha preso carta e penna (si veda la rubrica "Per la Ricostruzione" in questo sito) e si è rivolto direttamente ai magistrati della Procura della Repubblica aquilana. E tuttavia il rischio che tutto ciò potesse accadere era stato segnalato dalla Cgil oltre un anno fa, una segnalazione pubblica, inoltrata alle istituzioni e alla stampa, della quale chi poteva decidere non tenne alcun conto. Con i risultati che vediamo oggi e sui quali la Camera del lavoro provinciale ha preso posizione chiedendo di cambiare la norma. Di seguito la lettera odierna del segretario generale.

 

<Prevedere quando si autorizza il versamento del Sal a favore di un'impresa una certificazione inerente gli avvenuti pagamenti (ai subappaltatori e ai fornitori) da parte di quell'impresa è certamente corretto. C'è da chiedersi però se aziende scorrette o mafiose, alle quali... si affida la responsabilità di autocertificare la propria correttezza, dinanzi al denaro si lascino intimidire dal reato di responsabilità penale legato alle autocertificazioni false>.
Quello che oggi non ci convince, quando è venuta a galla la vicenda dei falsi pagamenti dei subappalti, è il fatto che non si ricorda (o si finge di non ricordare) che il rischio che scoppiasse uno scandalo come questo fu segnalato proprio dalla Cgil oltre un anno fa. Era il 31 luglio 2013, e in una nota alla stampa (quella riportata in apertura) spiegavamo già allora di aver evidenziato il problema ma che nessuno, a partire dalla politica, aveva dato ascolto alle nostre preoccupazioni. Al punto che la legge in vigore oggi fu approvata senza tenere in nessuna considerazione i nostri timori, senza modificare le norme sul pagamento dei Sal (gli stati di avanzamento dei lavori), e persino tornando indietro rispetto al dialogo e al confronto che avevano contraddistinto i rapporti con i sindacati sui temi della ricostruzione.
Non sono le aziende che frodano i subappaltatori e i fornitori (oltre i lavoratori, naturalmente...) a poter autocertificare la bontà dei propri comportamenti, e neppure si può rivolgere un generico appello alla correttezza alle ditte iscritte a questa o quella organizzazione imprenditoriale. Ciò che serve sono norme nuove e regole certe, con le relative sanzioni a carico dei furbi e dei disonesti che aumentano i loro conti in banca a scapito di altre imprese evidentemente ricattabili o in posizione subalterna.
Se davvero vuole cambiare rotta la politica ha davanti a sé una grande occasione: la nuova legge sulle regole della ricostruzione che il Parlamento discuterà all'inizio del prossimo anno. E' quello il momento per mettere nero su bianco, una volta per tutte, i compiti di ciascun attore della ricostruzione, rivedendo anche (nelle procedure di pagamento dei Sal) la responsabilità e il ruolo dei presidenti dei consorzi, dei direttori dei lavori e degli amministratori di condominio. In modo che l'autocertificazione non resti il sistema più comodo per le aziende disoneste.

 

Umberto Trasatti, segretario generale Cgil L'Aquila


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