Data: 14/10/2014
Ricostruzione: le attese del territorio, il governo distratto e il pungolo della Cgil
Trasatti scrive al premier Renzi e denuncia un arretramento dell'esecutivo rispetto alle scelte da prendere
Di seguito il testo integrale della lettera inviata da Umberto Trasatti, segretario generale della Cgil aquilana, al premier Matteo Renzi sulle mancate decisioni e sui ritardi del governo per la ricostruzione dell'Aquila e dell'intero cratere sismico abruzzese.
Egregio Presidente,
In riferimento al processo di ricostruzione dei 57 comuni abruzzesi del cratere sismico (e degli altri cento comuni fuori dal cratere) colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009, dobbiamo ricordare che dopo i drammatici anni di gestione commissariale - che tanti ritardi e responsabilità ha accumulato nelle varie fasi del post-sisma - nel 2012 su iniziativa dell'allora ministro Barca una legge dello Stato definì il superamento della lunghissima gestione commissariale nonché le regole per la nuova fase della ricostruzione. E ciò attraverso l'individuazione di una nuova governance che riassegnava agli enti locali ruoli e responsabilità, dotandoli degli strumenti necessari alla ricostruzione, anche grazie ad alcuni concorsi volti a garantire la dotazione organica agli stessi Comuni e ai due Uffici speciali per la ricostruzione. La nuova govervance, di fatto operativa dall'aprile del 2013, ha dimostrato tutta la sua efficacia approvando in meno di un anno progetti di ricostruzione per oltre un miliardo di euro. Tutto ciò ha consentito di avviare sul territorio parecchie centinaia di cantieri, risvegliando la speranza dei cittadini. Un'accelerazione della ricostruzione che ha dato un'opportunità di lavoro e di reddito a centinaia di aziende provenienti da una novantina di province italiane e a circa 10.000 lavoratori, facendo diventare il cratere sismico il più grande cantiere d'Europa. D'altra parte, è stato il Suo stesso governo, appena insediato, ad assegnare al sottosegretario Legnini la delega alla ricostruzione, confermando con ciò che la stessa ricostruzione post-sisma in Abruzzo fosse considerata tra le priorità nazionali. Ci apparve allora, nella sostanza, che una volta definita la governance e affinate le regole, restasse sul tappeto un'unica, decisiva priorità: garantire la certezza e la continuità delle risorse finanziarie necessarie ad alimentare il processo di ricostruzione, nel rispetto delle priorità e dei piani deliberati dagli enti locali. Tutto ciò fino a un tempo recentissimo, poiché nell'arco di qualche settimana, nei fatti, una governace che appariva efficiente e consolidata è stata letteralmente smantellata. In particolare: dopo la nomina al Csm del senatore Legnini manca un referente governativo con delega alla ricostruzione abruzzese; il dottor Paolo Aielli, ex coordinatore dell'Ufficio speciale per la ricostruzione del Comune dell'Aquila, è stato richiamato a Roma con un prestigioso incarico presso il Poligrafico di Stato; l'ex direttore regionale dei beni culturali, dott. Magani, è stato assegnato ad altro incarico senza contestualmente deliberare una nuova nomina. Tutti fatti la cui responsabilità e decisione fanno capo al Governo, e che hanno determinato una condizione per la quale: 1) il problema delle risorse necessarie alla ricostruzione non ha trovato ancora alcuna risposta, con il rischio concreto del blocco dello stesso processo di ricostruzione, con tutte le conseguente immaginabili per centinaia di imprese e migliaia di lavoratori attualmente impegnati in Abruzzo; 2 - La mancata nomina del nuovo responsabile dell'Ufficio speciale per la ricostruzione non ha fermato la fase istruttoria dei progetti, i quali tuttavia restano nei cassetti poiché manca la firma del responsabile, oggi inesistente, dello stesso Ufficio; 3 - Circa la Direzione regionale dei beni culturali, solo con un ritardo di alcuni mesi si è provveduto ad una nomina temporanea (per soli due mesi), lasciando di fatto il problema senza una definitiva e certa soluzione, e determinando persino il blocco dei pagamenti per opere iniziate o completare, nonché il mancato avvio di opere e progetti già finanziati. Di fronte a tutto ciò, questo territorio non può non rilevare un evidente arretramento della sensibilità del Governo nazionale rispetto alla ricostruzione dell'Abruzzo. Da parte loro gli abruzzesi attendono risposte concrete e definitive, anche in relazione alle evidenti opportunità che tante imprese e tanti lavoratori italiani possono avere in questo territorio. Per quanto ci riguarda, la Cgil dell'Aquila è stata e sarà a fianco di tutte le forze di questo territorio e dell'intero Abruzzo affinché tutti i cittadini e le cittadine possano legittimamente rivendicare il loro diritto sacrosanto a credere in un futuro di ricostruzione, sereno e di sviluppo del territorio.
Umberto Trasatti, segretario provinciale Cgil L'Aquila |
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