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Data: 27/07/2013

Sanità: obiettivi competenza e formazione

Sanità: obiettivi competenza e formazione
Un comparto penalizzato da tagli e precarietà, il confronto con il governo

<Quello che serve è un segnale forte e tangibile sulla valorizzazione delle professioni sanitarie. Insieme a garanzie sul fronte della tenuta dei livelli essenziali di assistenza per tutti i cittadini>.

E' per dare questo segnale che Fp-Cgil, Fp-Cisl e Fp-Uil hanno proclamato uno sciopero al quale i lavoratori del comparto, pochi giorni or sono, hanno aderito massicciamente. Una sveglia alla politica e alle istituzioni perché la sanità risente pesantemente dei tagli ai finanziamenti ma anche perché è un comparto dove la qualità (e la sicurezza) del lavoro intreccia immediatamente la qualità delle prestazioni e l'assistenza a chi ne ha bisogno. Serve dunque partire dai contratti di lavoro, come sottolineano i sindacati di categoria, <ma anche dalle grandi incompiute: competenze, profili professionali, formazione, precarietà. Temi che vanno affrontati in una prospettiva di riorganizzazione del sistema, in cui le professioni sanitarie siano il motore dell'innovazione dei servizi alla salute>. In Abruzzo come in tutte le regioni.

Sul tavolo le categorie del pubblico impiego hanno messo in primo luogo <la necessità di rinnovare i contratti fermi al 2009 e quella di portare a termine il percorso per l'implementazione delle competenze già concordato con il Ministero>. D'altra parte se si vogliono fare passi avanti bisogna potenziare la medicina del territorio, al punto da <ribaltare l'attuale paradigma assistenziale e porre al centro del sistema il cittadino, privilegiando la medicina d'iniziativa, la presa in carico delle persone e la continuità assistenziale. Ma per far questo è indispensabile rafforzare i profili professionali di infermieri e operatori socio-sanitari>.

Obiettivi difficili da raggiungere se il problema dei carichi di lavoro e del blocco del turn-over non viene affrontato e risolto. Oltre allo sblocco delle assunzioni i sindacati chiedono <il superamento della precarietà nel lavoro sanitario, l'adeguamento della formazione universitaria (in cui c'è un cronico deficit di posti per nuovi studenti), il riconoscimento della norma sui lavori usuranti per alcuni ambiti professionali e un maggiore investimento nella formazione continua del personale in servizio>. Senza dimenticare <un intervento sugli sviluppi di carriera per i professionisti non medici, oggi mortificati e sbilanciati sul fronte gestionale>.

Tutti aspetti sui quali viene chiamato in campo anche il Ministero della Salute, al quale si chiede un ruolo attivo di indirizzo rispetto alle Regioni. D'altra parte è necessario intervenire sull'organizzazione del lavoro e bisogna smetterla con i tagli lineari.

Se l'obiettivo è migliorare i percorsi di cura e di assistenza, se si vogliono rendere meno costosi, se si vuol valorizzare il grande patrimonio di professionalità nel comparto sanitario va cercata una condivisione degli obiettivi, l'integrazione delle competenze, la creazione di team multi-professionali.


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