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Data: 28/09/2019

Sanità: sull’Abruzzo le critiche del Tavolo di monitoraggio

Sanità: sull’Abruzzo le critiche del Tavolo di monitoraggio
Tanti problemi ancora da risolvere mentre il 12% dei cittadini non ha i soldi per curarsi

Quella in Abruzzo non è certo una sanità in buona salute, al contrario presenta un lunga lista di problemi e criticità. Al punto che oltre un abruzzese su dieci (il 12%) non riesce a pagare le cure che gli servirebbero ed è costretto a rinunciarvi, mentre tanti altri cittadini non hanno accesso al servizio pubblico nei tempi e con le modalità di cui avrebbero bisogno e quindi si rivolgono alle strutture private. Su questi ed altri aspetti del comparto sanitario abruzzese è intervenuta ieri la Cgil regionale, con una nota che riportiamo di seguito.


"La sanità abruzzese non gode di ottima salute: il 12% dei cittadini di questa regione rinuncia alle cure per ragioni economiche ed in tanti sono costretti a pagare un conto salatissimo per curarsi nelle strutture private a causa dei lunghi tempi delle liste di attesa. Se questa è la situazione con la quale sono costretti a convivere gli abruzzesi, sembra che la loro condizione sia destinata a peggiorare stante l'immobilismo della Regione Abruzzo, con una programmazione regionale carente che rischia di bloccare gli investimenti e la necessaria riorganizzazione del sistema sanitario. A dimostrazione di ciò vi sono le osservazioni fatte dal Tavolo di monitoraggio, che nella riunione del 30 luglio ha espresso sulla regione un giudizio impietoso. Nonostante questo, da allora non sono stati compiuti passi in avanti".
Detto ciò la Cgil abruzzese, che ha studiato il verbale del Tavolo di monitoraggio romano, sottolinea che fino ad oggi non è arrivata alcuna risposta alle richieste di Cgil Cisl e Uil, supportate dalla raccolta di oltre 17mila firme, per l'eliminazione del superticket, il potenziamento della medicina territoriale (al contrario agli investimenti sono stati sottratti 2 milioni), l'abbattimento delle liste di attesa (con il piano regionale approvato a maggio che stenta a decollare) e la medicina di genere.
Fatto è che al Tavolo Tecnico di verifica degli adempimenti regionali partecipano, tra gli altri, rappresentanti del Ministero della Salute, dell'Economia e dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Un luogo di verifica e confronto nel quale le maggiori criticità che sono state rilevate riguardano la programmazione dell'assistenza territoriale, la rete ospedaliera e le assunzioni di personale nelle Asl.
"Per quanto riguarda la programmazione dell'assistenza territoriale - scrive la Cgil nella nota - ad oggi tale documento non viene ancora presentato ufficialmente nonostante vi sia una forte necessità di potenziamento della sanità sul territorio e la necessità di incrementare le strutture residenziali per anziani non autosufficienti, creare le case della salute, aumentare le cure a domicilio. L'inadeguata rete territoriale porta anche la conseguenza che in Abruzzo il tasso di ospedalizzazione della popolazione ultrasettantacinquenne è decisamente alto rispetto alla media nazionale, e ciò è una delle cause del sovraffollamento di molti reparti ospedalieri, a partire ovviamente dalle geriatrie. Anche sul documento relativo alla rete ospedaliera - prosegue il sindacato - il Tavolo Tecnico è ancora in attesa di ricevere documentazione idonea richiesta. L'Abruzzo ha il diritto-dovere di ottenere due Dea di secondo livello, ma ad oggi l'indecisionismo politico sta causando ritardi inaccettabili".
A seguire il tema della assunzioni e di un personale ridotto ormai all'osso. Alle Asl mancano talmente tanti lavoratori che si sta pregiudicando la qualità dei servizi, mentre "le recenti delibere di assunzioni per un totale di 1.157 unità, oltre ad essere insufficienti a coprire le carenze attuali (ben superiori alle 2.000 unità, senza considerare le centinaia di uscite per pensionamenti che avremo nei prossimi mesi) sono subordinate alla definizione della rete ospedaliera e territoriale, dunque si rischia che resti tutto bloccato ancora per molti mesi. Solo nel corso del 2018, tra pensionamenti e nuove assunzioni - spiega ancora la Cgil regionale - abbiamo avuto una riduzione di 315 unità di lavoratori a tempo indeterminato che sono stati compensati parzialmente da lavoratori precari. E' necessario dunque procedere alla stabilizzazione dei lavoratori che ne hanno diritto e partire con urgenza con un grande piano di assunzioni".
Altro tema fondamentale le varie voci di spesa: vediamole alcune nel dettaglio. "Negli anni passati - si afferma nella nota - è esplosa la spesa farmaceutica, quella per beni e servizi e quella per prestazioni da privato, è necessario quindi che finalmente si metta mano immediatamente alla razionalizzazione di tali spese, ma ad oggi non si registrano azioni positive in merito. Basti pensare che nel 2018 il costo della farmaceutica è stato pari a 287,9 milioni di euro: tale voce ha registrato un incremento di circa 36,6 milioni rispetto al Consuntivo 2017 e di 24,7 milioni rispetto al Programmatico 2018. Analogamente la spesa per altri beni e servizi nel 2018 è risultata in aumento rispetto al Consuntivo 2017 per 7,3 milioni e di ben 27,8 milioni rispetto al Programmatico 2018. Il Tavolo Nazionale ha già rappresentato che la mancanza di governance nella gestione degli acquisti di beni e servizi sta avendo notevoli ripercussioni nella spesa, ma non risulta si stia lavorando in tale direzione".
"Giudizio analogo - prosegue la Cgil - viene espresso con riferimento ai rapporti con gli erogatori privati per cui, tra l'altro, si censurano le scelte operate dalla giunta regionale con le recenti delibere approvate nel giugno scorso. In particolare si contesta la possibilità per gli operatori privati di variare la destinazione del singolo posto letto rispetto alla patologia per la quale è stato accreditato. Per i Ministeri avallare il libero interscambio dei posti letto vorrebbe dire vanificare il fine della programmazione dei ricoveri e consentire alla struttura accreditata di prescindere dalle prestazioni e dalle attività concordate (per specifica tipologia e quantità) con la Asl. Infine i Ministeri chiedono alla Regione di modificare le regole per le quali oggi molte strutture chiedono il riconoscimento dell'extrabudget".
Inoltre "è sbagliata la scelta di procedere alla costruzione di nuovi ospedali attraverso la tecnica del project financing. Nonostante nelle regioni dove questo strumento di finanziamento è stato già utilizzato per la costruzione di ospedali si siano verificati veri disastri economici e spreco di danaro pubblico, sembra che in Abruzzo la politica sia sorda a tali allarmi. Ci sono anche sezioni regionali della Corte dei Conti che si sono chiaramente espresse sulla inopportunità di utilizzare la finanza di progetto nella realizzazione di nuovi ospedali. Il tutto, tra l'altro, viene disposto senza che vi sia alcun dibattito pubblico favorito dalle stesse istituzioni proponenti e senza che si conoscano dati e numeri, come riconvertire le attuali aree ospedaliere, insomma senza alcuna trasparenza".
"La sanità è una di quelle materie già fortemente delegate alle Regioni e ci sono forze politiche che spingono per una ulteriore autonomia regionale - conclude il sindacato abruzzese - Allora preoccupiamoci di gestire meglio questa responsabilità anziché chiederne altre, e per fare ciò è necessario un cambio di passo urgente, il malcontento dei cittadini è forte e la nostra regione rischia un ulteriore arretramento rispetto alle regioni del nord che hanno saputo compiere le scelte giuste".


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