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Data: 28/04/2015

Sanità, una Regione troppo distratta: la provincia di Chieti chiede più attenzione

Sanità, una Regione troppo distratta: la provincia di Chieti chiede più attenzione
La nota dello Spi teatino, che reclama l'ascolto del diffuso disagio sociale

La civiltà di un Paese e di un territorio si misura dalla qualità della vita dei suoi cittadini. E' per questo che la fotografia di una provincia come quella di Chieti evidenzia un quadro preoccupante per il futuro e la gestione della salute pubblica in questo pezzo d'Abruzzo.

A fare le spese dei tagli e della riduzione dei servizi sono soprattutto i pensionati, che in questi anni di crisi acutissima sono diventati i primi ammortizzatori sociali all'interno delle famiglie. Fatto è, per stare al concreto, che il piano di riordino della Sanità, fatto a discapito delle persone più fragili (ma che doveva garantire una sanità a misura di cittadino, una reale presa in carico del bisogno assistenziale e più garanzie e qualità di cura) avrebbe già dovuto decollare nella nostra provincia e in tutto il territorio regionale, mentre invece i cittadini, nelle città e nelle zone dove vivono, sono costretti a difendere a denti stretti quel poco che resta del "loro" ospedale quale unico punto di riferimento delle piccole comunità.

Allo Spi-Cgil di Chieti arrivano giornalmente segnali sempre più preoccupanti di un calo di qualità e quantità dei servizi e delle prestazioni, di caos nelle attese, con l'unica certezza che le persone (tra cui molti anziani) sono costrette a rinunciare alle cure mediche perché impossibilitate a recarsi in presidi sanitari sempre più lontani oppure perché non hanno la possibilità economica di curarsi.

Quello che serve invece è più coraggio, quello di cui c'è bisogno per aprire un confronto vero con tutta la cittadinanza, con le associazioni e le organizzazioni sindacali, per chiedere loro di cosa c'è bisogno per migliorare la qualità della vita delle persone, per far sì che la politica e le sue scelte siano comprese da chi vive in questo territorio. Ma soprattutto bisogna capire quale idea di Sanità hanno in testa la Regione Abruzzo e l'assessore Paolucci.

Se si vuole mettere al centro la salute delle persone vanno esaminate le esigenze reali di questa provincia. Dai numeri e dalle cifre si può partire ma vanno considerati punti di avvio dai quali decidere un piano di investimenti mirato, un progetto di sanità che gestisca i nostri punti deboli e potenzi i nostri punti di forza, un sistema che anche a costo di enormi sacrifici deve mettere in primo piano la salute delle persone. All'assessore Paolucci vogliamo mandare un messaggio: i cittadini della provincia di Chieti non vogliono né guardare indietro né essere conservatori, ma la realtà incerta e senza tratti precisi che vedono nell'attuale politica sanitaria è la stessa che percepiscono a livello personale, in un momento di "totale incertezza" in cui vivono loro e le loro famiglie.

 

Gianna Paola Di Virgilio, segretaria provinciale SPI-CGIL Chieti


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