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Data: 01/10/2014

Sblocca Italia: nel decreto rischi di corruzione e infiltrazioni mafiose

Sblocca Italia: nel decreto rischi di corruzione e infiltrazioni mafiose
Le norme sono da cambiare, scelte incomprensibili contro i propositi dello stesso governo

<Molte delle norme contenute nel decreto "Sblocca Italia" aprono a rischi seri di corruzione e infiltrazione mafiosa, in particolare all'articolo 9, con il quale si allunga a dismisura l'elenco delle deroghe al Codice degli Appalti>. E' quanto la Cgil ha sostenuto nell'audizione alla Camera relativa al suddetto decreto, spiegando che <dopo i casi dell'Expo di Milano e di Pompei è la volta dei piani straordinari di edilizia scolastica, dissesto idrogeologico, prevenzione sismica, tutela dell'ambiente e beni culturali. Tutto ciò perché per beneficiare delle procedure in deroga basterà, secondo l'articolo, che l'ente interessato autocertifichi una situazione di estrema urgenza, individuando come indifferibili gli interventi relativi anche ad impianti, arredi e dotazioni funzionali>.

L'articolo in questione, spiega la Cgil, <rende possibile e facile il ricorso alla trattativa privata, utilizzando a piene mani gli articoli del Codice degli Appalti sui quali è concessa la deroga. Innanzitutto viene elevata fino alla soglia comunitaria (5,186 milioni) la possibilità di affidare i contratti a trattativa privata attraverso la procedura negoziata senza bandi di gara, invitando un numero minimo di tre imprese. Poi viene elevato dal 20 al 30% l'importo dei lavori che l'impresa scelta senza gara potrà affidare in subappalto. Per le scuole inoltre, dove nella maggioranza dei casi sono in ballo lavori di piccola manutenzione, il Rup potrà affidare in via fiduciaria diretta, dopo aver invitato almeno cinque operatori, lavori fino a 200.000 euro>.

A Corso Italia si sottolinea dunque come l'articolo 9 sia <in controtendenza con l'affermazione di procedere attraverso una pratica improntata alla trasparenza, alla legalità e alla concorrenza. Non da meno è l'articolo 34, con il quale si consente, nei casi urgenti di bonifica e messa in sicurezza, di usare la procedura negoziata senza bando di gara e la possibilità di derogare alle varianti in corso d'opera, con il rischio evidente di stravolgere il progetto originario e di far lievitare i costi finali. Questo testo è incomprensibile e va modificato - conclude la Cgil nazionale - togliendo le deroghe in contraddizione palese con gli stessi propositi del governo in tema di lotta alla corruzione>.


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