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Data: 16/04/2014

Senza fondi gli ammortizzatori in deroga: la protesta dell'Abruzzo

Senza fondi gli ammortizzatori in deroga: la protesta dell'Abruzzo
A migliaia rischiano di restare senza reddito, il 30 aprile sit-in nei quattro capoluoghi

I segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil parlano di una condizione sociale che in Abruzzo <rischia di diventare esplosiva>. Un pericolo che nasce dal fatto che questa regione è rimasta a corto di fondi per gli ammortizzatori sociali in deroga, un problema che si è aggravato perché mancano i 20 milioni necessari per novembre e dicembre 2013 e perché la copertura e il riparto per l'anno in corso attendono ancora indicazioni specifiche.

Fatto è, spiegano Gianni Di Cesare, Maurizio Spina e Roberto Campo (che guidano Cgil, Cisl e Uil regionali) che in Abruzzo oltre 5.500 lavoratori sono in cassa integrazione in deroga e in mobilità in deroga, e che parecchi di loro aspettano ancora il pagamento delle indennità relative ad almeno cinque mesi, da novembre 2013 a marzo di quest'anno.

Un numero preoccupante, le migliaia di persone coinvolte, cui i sindacalisti ne aggiungono altri due: il primo si riferisce alla cassa integrazione complessiva che l'Inps abruzzese ha autorizzato soltanto in due mesi (gennaio-febbraio 2014) e che ammonta a 4.527.643 ore, alle quali vanno aggiunte quelle in deroga non ancora autorizzate perché il governo non provvede alla necessaria copertura finanziaria (d'altra parte nel periodo più recente, gennaio-marzo 2014, sono state autorizzate 8.436.227 ore). Il secondo dato si riferisce invece ai 18mila posti di lavoro che l'Abruzzo ha perso l'anno scorso e che potrebbero aumentare se il governo non porrà mano all'incertezza del finanziamento della cassa integrazione in deroga, nel caso dando il via a un ulteriore rosario di licenziamenti.

Ce n'è quanto basta per sollecitare governo e parlamento, sicché le segreterie regionali hanno deciso che si scenderà in piazza davanti alle Prefetture abruzzesi (la mattina di mercoledì 30 aprile, dalle 10 alle 12,30) con un sit-in che ricorderà alla politica e alle istituzioni come sono costrette a vivere tante persone.


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