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Data: 07/08/2013

Servizio idrico: i guasti della malagestione

Servizio idrico: i guasti della malagestione
Da salvare l’acqua come bene pubblico, la mobilitazione di Cgil e Filctem

In Abruzzo il Servizio idrico integrato versa in una crisi che si sta ulteriormente aggravando, tale da farci preoccupare fortemente.

Lo scrivono la Cgil Abruzzo e la Filctem regionale in un comunicato firmato rispettivamente da Nicola Di Matteo e Giovanni Timoteo (che guida la categoria e coordina anche i settori del gas e dell'acqua), secondo i quali nel servizio idrico abruzzese <assistiamo da troppo tempo a una serie di reiterati episodi che evidenziano una diffusa malagestio, aggravata se possibile dall'assenza di qualsiasi seria programmazione industriale, economica e finanziaria che finisce per scaricare i gravi effetti negativi sui cittadini abruzzesi, creando altresì un profondo disagio agli operatori del settore>.

Non poteva mancare un riferimento ad una delle ultime vicende, quella dell'Aca spa, società acquedottistica di Pescara <nella quale, mentre i vertici aziendali vengono indagati per gravissimi reati, si mostra l'aspetto "più feroce" nei confronti degli utenti, sospendendo totalmente l'erogazione del servizio anche a fronte di morosità di pochi euro>.

Quel che accade all'Aca è serio e preoccupante, e tuttavia <è solo una delle gravi conseguenze del sistema sconsiderato di conduzione di queste aziende>. Da qui i due sindacalisti prendono in esame la situazione di altre aziende acquedottistiche abruzzesi.

L'elenco inizia dal Cam di Avezzano, <una Spa pesantemente indebitata, tanto che nei giorni scorsi c'è stato un presidio davanti all'azienda da parte delle tante ditte creditrici. I vertici aziendali inoltre hanno visto certificato il proprio fallimento gestionale con il rigetto per inammissibilità, da parte del Tribunale di Avezzano, della richiesta di ammissione al concordato preventivo in continuità perché (come abbiamo sempre sostenuto) questa società "in house", a totale partecipazione pubblica, con affidamento in via diretta del servizio e soggetta sia ai controlli ordinari sia al controllo analogo da parte dell'autorità competente (ATO), con una gestione del servizio totalmente chiusa ai privati e partecipata da solo capitale pubblico, non è fallibile>.

Il management aziendale ha scelto dunque, in via esclusiva, di ricorrere al percorso giudiziario, senza tuttavia prevedere alternative, con la conseguenza che il Cam <si trova a fronteggiare una drammatica emergenza finanziaria che mette a rischio lo svolgimento dell'intero servizio idrico integrato sul territorio della Marsica, oltre che il pagamento delle retribuzioni dei lavoratori>.

Dalla città marsicana si passa a Lanciano, alla Sasi spa, interessata secondo indiscrezioni giornalistiche da indagini sullo stato di funzionamento dei 97 depuratori gestiti, indagini al termine delle quali gli inquirenti parrebbero aver accertato gravi irregolarità.

Segue la Ruzzo Reti spa di Teramo, dove <nonostante la pesante crisi economico-finanziaria si registra un'impasse gestionale in cui l'azienda versa ormai da 2 anni a causa delle note vicende societarie, con le conseguenti e serie problematiche organizzative di gestione del servizio>.

Tutti segnali <che purtroppo sono rimasti inascoltati e che ci spingono ad innalzare lo stato di allarme per il "sistema-acqua" in Abruzzo, da anni in progressivo e inesorabile disfacimento, nel silenzio assordante della politica abruzzese>.

Di qui, come si legge nel comunicato, la denuncia di Filctem e Cgil <degli intrecci affaristico-clientelari che gravano sulla gestione del Sistema idrico integrato in Abruzzo, dell'incapacità dei gestori di fornire un servizio pubblico essenziale secondo criteri di economicità, efficienza e trasparenza; delle carenze organizzative, delle scelte scellerate, ma anche della mancanza di soggetti istituzionali autorevoli, capaci di svolgere con efficacia il proprio ruolo di programmazione e controllo>.

E tutto ciò senza dimenticare, dopo il mandato referendario, <il grave vuoto normativo sia a livello nazionale sia a livello regionale, con una riforma del Sistema idrico integrato del 2011 di facciata, ingessata da anni e censurata dalla Corte Costituzionale, a dimostrazione del totale fallimento della gestione commissariale degli ATO abruzzesi>.

E' in questo contesto che Filctem e Cgil Abruzzo <riaffermano con forza l'impegno per la difesa dell'acqua come bene comune: gestione pubblica infatti non significa spartizione partitica delle società di gestione del Sistema idrico integrato. E' necessario invece ridiscutere e codificare cosa sia la gestione pubblica dell'acqua, come riorganizzarla, soprattutto come realizzarla concretamente, perché in questi momenti di gravi difficoltà potrebbe essere forte la spinta ingannevole verso il privato, invocato quale salvatore della patria>.

Dunque la Filctem e la Cgil regionali <tornano a chiedere alla politica, in particolare ai sindaci, i veri titolari del Sistema idrico integrato abruzzese, di attivarsi immediatamente per una profonda azione di cambiamento e di radicale rinnovamento nella gestione, nella programmazione e nel controllo del sistema-acqua in Abruzzo, che conduca al più presto ad una nuova "economia morale dell'acqua">.

D'altra parte anche i lavoratori del settore, <i primi ad essere penalizzati dalle gravi carenze organizzative e dalle incertezze economico-finanziare delle aziende dove prestano (oramai con enormi difficoltà) il proprio servizio... nei mesi scorsi si sono mobilitati insieme alla organizzazioni sindacali ed hanno presidiato il loro posto di lavoro nelle società di Avezzano e Teramo. Né i lavoratori, per primi, vogliono più assistere passivamente al progressivo degrado di queste aziende a causa di una cattiva conduzione>.

<Questa volontà e questo protagonismo dei lavoratori va dunque valorizzato e rilanciato - concludono Di Matteo e Timoteo - Anche per questo la Filctem e la Cgil Abruzzo, a partire da settembre, si attiveranno per aprire un confronto con le altre organizzazioni di categoria e confederali, che dentro un programma di assemblee con i lavoratori del settore possa prevedere anche momenti di mobilitazione con i quali pretendere un cambio radicale nella gestione del Sistema idrico integrato in questa regione>.


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