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Data: 12/01/2014

Sindacati e aziende, una rappresentanza più trasparente

Sindacati e aziende, una rappresentanza più trasparente
Varato il regolamento attuativo dell’accordo di maggio, la Camusso dopo le dichiarazioni della Fiom e il voto del direttivo nazionale

Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno varato il regolamento attuativo sulla rappresentanza e la democrazia sindacale. L'accordo del 31 maggio scorso diventa così operativo. L'intesa è stata siglata dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, e dai leader delle tre confederazioni sindacali: Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.

Da parte sua il segretario generale della Cgil ha osservato che <con il varo del regolamento attuativo si dà piena attuazione all'accordo sulla rappresentanza e sulla democrazia sindacale. Si determina dunque la reale misurazione della rappresentanza di ogni organizzazione sindacale e si rende evidente e trasparente quanto e chi rappresenta>. Inoltre Cgil, Cisl, Uil e Confindustria <dimostrano di sapersi rinnovare e di dare trasparenza e regole democratiche alla propria azione negoziale, favorendo la partecipazione dei lavoratori con il voto per i delegati e sugli accordi. Ora gli addetti delle imprese aderenti a Confindustria avranno un potente strumento democratico per decidere della propria vita lavorativa - conclude Susanna Camusso - e mi auguro che presto anche con le altre associazioni datoriali si possa raggiungere questo importante traguardo, che costituisce il modello per dare finalmente piena attuazione al dettato costituzionale>.

Circa le nuove norme - che alleghiamo di seguito nella versione integrale - il protocollo costituisce un vero e proprio articolato in tema di rappresentanza sindacale, composto da quattro parti che regolano la misurazione della rappresentanza a livello nazionale e aziendale, la titolarità ed efficacia della contrattazione collettiva nazionale e aziendale, le modalità volte a garantire l'effettiva applicazione degli accordi sottoscritti nel rispetto delle regole concordate e le clausole e le procedure di raffreddamento.

Per i firmatari dell'accordo «misurare la rappresentatività degli attori e garantire la piena attuazione degli accordi raggiunti determinano maggiore chiarezza e trasparenza nelle relazioni industriali, contribuendo a migliorare il quadro di riferimento per tutti coloro che vogliono investire nel nostro Paese». Inoltre per quanto riguarda le conseguenze per chi non rispetta gli accordi, nel regolamento vengono anche previste sanzioni sia verso i sindacati che verso le imprese, sanzioni che possono essere di carattere pecuniario o di «temporanea sospensione» di diritti sindacali contrattuali.

Circa le regole per stabilire il "peso" dei sindacati, l'accordo sancisce che occorre basarsi sull'incrocio tra le deleghe (le trattenute operate dal datore di lavoro su mandato del lavoratore, comunicate all'Inps per la certificazione) e i voti raccolti alle elezioni delle Rsu, sul modello di quanto accade nel pubblico impiego. Il numero degli iscritti e i voti peseranno ciascuno per il 50%: spetta al Cnel, in qualità di ente certificatore esterno, calcolare la rappresentanza di ciascun sindacato. Le Rsu saranno elette secondo un meccanismo esclusivamente proporzionale per i tre terzi, inoltre si supera il "residuo" terzo riservato ai sindacati firmatari del contratto nazionale applicato nell'unità produttiva.

Uno dei punti chiave del testo è rappresentato dalle modalità per negoziare e rendere esigibili gli accordi. La presenza al tavolo negoziale per la contrattazione nazionale è prevista per i soli sindacati firmatari che raggiungano almeno il 5% della rappresentanza per ogni contratto nazionale (come media tra iscritti e voti certificati).

In ogni contratto nazionale i sindacati decideranno come sarà definita la piattaforma, anche se l'impegno è a favorire in ogni categoria la presentazione di piattaforme unitarie. In presenza di più piattaforme la parte datoriale favorirà l'avvio del negoziato in base alla piattaforma presentata da sindacati con almeno il 50%+1 della rappresentatività nel settore. Sono considerati esigibili i contratti nazionali sottoscritti dai sindacati con almeno il 50%+1 della rappresentanza, approvati con consultazione certificata dai lavoratori a maggioranza semplice (secondo modalità stabilite dalle categorie).

 

Il lungo viaggio delle regole sulla rappresentanza (aggiornamento della Cgil nazionale dopo le dichiarazioni del segretario generale della Fiom)

 

Dopo le critiche e le richieste del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, che ha contestato la firma dell'accordo sul regolamento attuativo da parte dei vertici delle confederazioni Cgil Cisl Uil e chiesto con una lettera a Susanna Camusso di ritirare la firma e andare a un referendum tra gli iscritti, è intervenuta direttamente la segreteria nazionale della Cgil, che ha difeso l'accordo e ha voluto rimettere l'accento sull'importanza di questo passaggio nella storia delle relazioni sindacali italiane.

"La segreteria della Cgil – si legge in una nota di Corso Italia diffusa nel pomeriggio del 13 gennaio - come annunciato alla riunione di venerdì scorso, convoca la riunione delle segreterie di categoria afferenti a Confindustria il 15 gennaio, presso la Cgil nazionale. La segreteria considera il regolamento attuativo del 10 gennaio 2014 coerente e conseguente alle intese del 28 giugno 2011 e del 31 maggio 2013".

Per la Cgil si conferma dunque "la straordinaria importanza di passare alla fase attuativa di un accordo che determina i criteri di rappresentanza e di democrazia sindacale. Si traduce in regole il meccanismo della certificazione degli iscritti e del valore vincolante del voto dei lavoratori per la validità e l'esigibilità dei contratti. Fondamentale è la discontinuità con una metodologia in cui le singole aziende o associazioni di impresa potevano rivolgersi a una qualunque organizzazione per determinare accordi. Si tratta perciò di portare finalmente a conclusione un percorso avviato da tempo. "Il valore della traduzione di obiettivi che la Cgil persegue da lunghissimo tempo - conclude la nota diffusa dalla segreteria - merita una condivisione del Comitato Direttivo, che è convocato per il 17 gennaio".

Sul sito nazionale della Cgil inoltre è possibile andare a verificare il percorso di questa lunghissima trattativa, partita con il primo accordo del 2011. La segreteria nazionale ha preparato infatti un quadro sinottico in cui si mettono a confronto i punti salienti dei tre passaggi: l'accordo del 28 giugno 2011, l'accordo del 31 maggio 2013 e il regolamento del 10 gennaio di quest'anno.

 

L'ordine del giorno approvato dal direttivo nazionale

 

Il CD della Cgil approva il Testo Unico sulla rappresentanza sottoscritto il 10 gennaio 2014 in coerenza con gli accordi 28 giugno 2011 e 31 maggio 2013. L'insieme di queste regole disegna un modello di rappresentanza sindacale trasparente, democratico e fortemente partecipato dall'insieme dei lavoratori e delle lavoratrici. L'intesa del 10 gennaio porta a conclusione un processo di riforma che inverte la deriva degli ultimi anni fatta anche di intese separate prive di ogni verifica democratica, di discriminazioni ai tavoli negoziali, di limitazione delle libertà sindacali per chi dissente, e riconferma il valore del Contratto Collettivo Nazionale come garanzia della certezza dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore ovunque impiegati nel territorio nazionale. L'accordo estende gli spazi di democrazia e di partecipazione alle decisioni:
la rappresentanza di ogni organizzazione sindacale deriverà dalla certificazione, da parte di soggetto terzo, degli iscritti e dei voti ottenuti per le elezioni delle RSU;
le RSU saranno elette da tutti i lavoratori e le lavoratrici col sistema proporzionale puro ed avranno un potere di decisione sulla contrattazione di secondo livello così come definito dal contratto nazionale;
la partecipazione ai tavoli contrattuali sarà un diritto delle singole organizzazioni sindacali derivanti dal peso della reale rappresentanza certificata e non dalla preferenza delle controparti;
i nuovi Contratti Nazionali di Lavoro saranno efficaci ed esigibili solo se avranno il consenso del 50% + 1 della rappresentanza sindacale assieme al 50% +1 del voto dei lavoratori e delle lavoratrici interessati;
i diritti sindacali in capo ad ogni organizzazione non saranno determinati dalla sottoscrizione dei contratti applicati, ma al raggiungimento del 5% di rappresentanza e alla conseguente partecipazione alla trattativa.
Infine, il Testo Unico delimita le clausole di esigibilità che i futuri CCNL dovranno definire rendendole operanti per entrambe le parti.
Il Comitato Direttivo impegna l'intera organizzazione a proseguire ed estendere l'iniziativa per allargare l'applicazione di regole democratiche ed esigibili a tutte le controparti datoriali e ad assicurare il pieno coinvolgimento di tutte le nostre strutture nella fase attuativa di quanto pattuito.
La sottoscrizione delle nuove regole, unitamente al pronunciamento della Corte Costituzionale, può realmente determinare le condizioni per la Legge su democrazia e rappresentanza dando forza e vigore a questi principi ed attuando l'articolo 39 della Costituzione, al fine di determinare l'estensione dell'applicabilità in tutti i luoghi di lavoro e l'erga omnes dei contratti. Il CD decide di diffondere e condividere con gli iscritti e le iscritte nelle assemblee congressuali questo dispositivo.

 

 

 

 

 

 


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