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Data: 24/07/2014

Sindacati: «I soldi sono finiti, si rischia la crisi sociale»

Sindacati: «I soldi sono finiti, si rischia la crisi sociale»
Serve nuova liquidità per la cassa integrazione, 15mila operai non hanno più alcun reddito

Licenziamenti a migliaia, famiglie senza redditi né sussidi, crisi sociale diffusa. Parole drammatiche che non è facile ascoltare, neppure al sesto anno di una crisi durissima che colpisce anche la nostra regione. Un clima che preoccupa e che potrebbe peggiorare se il governo non deciderà di rifinanziare gli ammortizzatori sociali in deroga, una realtà che la Cgil Abruzzo ha evidenziato nella conferenza stampa convocata ieri insieme a Cisl e Uil. Lo ha fatto anche con le parole del segretario regionale, Gianni Di Cesare, raccolte dal giornalista Saverio Occhiuto nel suo articolo sul quotidiano Il Messaggero, considerazioni che riportiamo integralmente e che ribadiscono una preoccupazione che non ha bisogno di altri commenti.

 

PESCARA. Adesso il timore dei sindacati è che, una volta chiuso il rubinetto delle risorse destinate agli ammortizzatori sociali in deroga, possano scattare i licenziamenti da parte delle aziende. Un'emergenza sociale che solo in Abruzzo, tra Cig e mobilità, interessa 14.990 lavoratori, secondo i dati forniti da Cgil, Cisl e Uil. Oggi la manifestazione nazionale a Roma, con il presidio unitario in piazza Montecitorio, per chiedere al governo lo sblocco delle risorse destinate a coprire la cassa integrazione in deroga almeno fino al 31 dicembre. Questione seria, perché dal 31 agosto prossimo il 90% dei lavoratori abruzzesi in Cig o mobilità perderà il diritto al trattamento. Dall'Abruzzo sono attesi nella capitale 5 pullman organizzati dai sindacati e provenienti da tutte le province. "Ma nelle ultime ore - informa il segretario regionale della Cgil, Gianni Di Cesare - la partecipazione è cresciuta come non era mai accaduto prima". Il sindacalista ricorda che nella jobs act del governo Renzi all'esame del Parlamento, ma ancor prima nelle manovre finanziarie del governo Monti-Fornero, c'è la chiara intenzione di sbarazzarsi progressivamente di questi ammortizzatori sociali per puntare ad una indennità di disoccupazione estesa a tutti i lavoratori, strettamente collegata all'offerta di politiche attive di reimpiego. "Nel frattempo - spiega il sindacalista - la tendenza della cassa in deroga è cresciuta in modo esponenziale dal 2013, e la cifra che servirebbe subito all'Abruzzo per coprire il periodo 31 agosto-31 dicembre è di almeno 82 milioni, pari a quella già assegnata per il 2013, visto che da sette mesi i lavoratori in cig non percepiscono alcun sussidio". Anche i famosi 80 euro distribuiti ai redditi bassi non avrebbero portato alcun beneficio all'economia secondo il segretario della Uil Abruzzo, Roberto Campo. Anzi, sarebbero entrati in "aperta contraddizione" con i pesanti tagli agli ammortizzatori sociali. Secondo gli ultimi dati Inps, in Abruzzo le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria hanno fatto segnare un -41,7% nel 2014 rispetto all'anno precedente (-25% per la cassa in deroga). "Intanto il lavoro resta la prima emergenza - dice il segretario regionale della Cisl, Maurizio Spina - e le risposte sono insufficienti". Anche la Regione è chiamata in causa: contratti di solidarietà e corsi di formazione sono gli strumenti che la giunta D'Alfonso è chiamata ad attuare subito a latere dei provvedimenti governativi: "Altrimenti - avverte Di Cesare - si rischia una crisi sociale molto grave". Il segretario della Cgil chiede un'accelerazione anche sulla programmazione dei fondi europei. Solo nel campo dell'agricoltura si rischia di perdere circa 80milioni di euro per la mancata presentazione dei progetti, nonostante il governo abbia promesso di ricompensare l'Abruzzo per i minori trasferimenti alla Regione proprio attraverso una rimodulazione dei fondi Fas.


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