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Data: 22/01/2024
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Abruzzo paga 108 mln annui per mobilità passiva, regione in gruppo con saldo negativo rilevante. Focus del rapporto gimbe su dati ministero su "emigrazione" pazienti in altri sistemi sanitari. Bene il molise

L’AQUILA – L’Abruzzo  deve pagare  108 milioni di euro per le visite, le cure e i ricoveri dei suoi cittadini che sono andati in strutture sanitarie di altre regioni, ovvero per il fenomeno della mobilità passiva sanitaria.

Ad asseverarlo è la fondazione Gimbe, in base ai dati più aggiornati del Ministero della Salute  e della Conferenza Stato-Regioni.

Le quattro Asl provinciali infatti vantano crediti per pazienti di altre regioni in entrata  di 81.272.686 euro, ne deve spende però 189.404.804 euro a favore di altre aziende sanitarie, con saldo passivo dunque di – 108.132.118 euro, cifra che colloca l’Abruzzo tra nel gruppo delle regioni italiane a “saldo negativo rilevante”, oltre i -100 milioni di passivo, assieme a Puglia, Lazio, Sicilia, Campania e Calabria.

Il tema della mobilità passiva, grande criticità della sanità non solo abruzzese assieme alle liste di attesa,  è emerso con forza nel corso del convegno a L’Aquila sulla nuova rete ospedaliera organizzata dalla Agenzia sanitaria regionale, e la soluzione finalmente strutturale è stata individuata proprio nella riorganizzazione funzionale degli ospedali abruzzesi, con percorsi di presa in carico certi e differenziati, senza doppioni e sovrapposizioni, con al centro gli hub rappresentati per le prestazioni tempo dipendenti (infarto, ictus e politraumi) dagli ospedali di Pescara, L’Aquila, Chieti e Teramo.

Inoltre come ha ricordato il direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, Pierluigi Cosenza, l’approvazione del piano di riordino ospedaliero sbloccherà finalmente ingenti fondi per realizzare nuovi ospedali, riqualificare e potenziare gli esistenti e acquistare macchinari. Tutti elementi, assieme ovviamente all’assunzione di nuovo personale, che si spera potranno rendere la sanità abruzzese più efficiente e attrattiva, con effetti positivi anche sulla mobilità passiva e le liste di attesa.

 

Tornando dunque al report di Gimbe: un gradino sopra alle  regioni a “saldo negativo rilevante”  di sono quelle a “saldo negativo moderato”, da -25,1 milioni a -100 milioni di euro, e sono Umbria, Marche, Sardegna, Liguria, Basilicata. Poi  le regioni a “saldo negativo minimo”, da 100mila euro  a 25 milioni di euro,  Val D’Aosta e Friuli Venezia Giulia.

Tutte al centro nord sono invece le ragioni che possono vantare una mobilità attiva, con grande benefici anche dal punto di vista economica, sia per le casse delle aziende sanitarie che per i cittadini residenti.

A saldo positivo minimo, fino  a 25 milioni, ci sono Piemonte, Toscana, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano.

Il Molise è a “saldo positivo moderato”, nella fascia da 25,1 a 100 milioni.

Infine  ci sono le regioni “a saldo positivo rilevante”, oltre 100 milioni di attivo e sono l’Emilia-Romagna, che ha un attivo di 441.952.498 euro,  la Lombardia, 271.055.415 euro e il Veneto, con 228.147.453 euro.

Per la cronaca il saldo negativo peggiore è quello della Calabria, di – 252 milioni di euro. e della Campania, – 220.878.396 euro.

 

Complessivamente, informa Gimbe, nel 2021 il valore della mobilità sanitaria ammontava a   4 miliardi e 247 milioni di euro, cifra nettamente superiore sia a quella del 2019 3,9 miliardi   che a quella del 2020  3,3 miliardi, anno però in cui l’emergenza pandemica COVID-19 ha ridotto gli spostamenti delle persone e l’offerta di prestazioni ospedaliere e ambulatoriali.

Tenendo conto della popolazione residente (59.030.133 abitanti al 31 dicembre 20213) Gimble ha  calcolato l’impatto economico pro-capite della mobilità sanitaria che determina una ricomposizione delle classifiche basate sui valori assoluti di crediti.

Innanzitutto, il Molise conquista la prima posizione per saldo pro-capite attivo con 150 euro, scavalcando l’Emilia Romagna a 100 euro pro capite,  il Veneto, 48 euro pro capite e la Lombardia, a circa 25 euro.

Con il saldo pro-capite precipita in fondo alla classifica la Basilicata,  con 154 euro. L’Abruzzo si attesta intorno agli 80 euro pro capite, quart’ultima, davanti solo a Calabria, Val d’Aosta e la citata Basilicata.


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