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Data: 04/03/2024
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IL MESSAGGERO
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Autisti aggrediti sui bus «C'è chi lascia il lavoro». Maurizio De Iuliis (Filt Cgil Teramo): «Stipendi fermi e bassi è un mestiere che non ha più appeal»

IL CASO - Pagati poco, vessati da un'utenza spesso giovane e maleducata, in alcuni casi sempre più precarizzati, stressati dalla sosta selvaggia e dai cantieri in città: sono gli autisti del trasporto pubblico locale. Qualcuno comincia pure ad abbandonare il sedile, dirigendosi in parte nel mondo del trasporto merci che ha salari più dignitosi: ci sono già le prime dimissioni, fa sapere il sindacato e le aziende di trasporto pubblico, pertanto, fanno fatica a trovare personale.
GLI STIPENDI - Maurizio De Iuliis (Filt Cgil Teramo) è anche lui un'autista Tua e conosce a fondo la situazione del Tpl. «Gli stipendi sono fermi da anni rispetto all'aumento del costo della vita, le trattative per il rinnovo del Ccnl, dovrebbero concludersi entro l'anno e potrebbero portare a aumenti intorno al 18%. Ma il nodo cruciale che allontana i giovani da questo mestiere e fa che le ditte non riescano a trovare autisti è rappresentato dal salario di ingresso: «Ora è di circa 1.500 euro lorde, di 1.000-1.200 in caso di part time, in questo modo manca l'incentivazione, l'appeal, ai miei tempi al concorso parteciparono 3 mila candidati, nell'ultimo svolto solo 700. Ne consegue pure che l'età media dei conducenti a bordo dei mezzi è aumentata. Bisogna adeguare gli stipendi e conciliare al meglio i tempi vita lavoro. Sul poco appeal incide anche il costo "esorbitante" per l'avvio alla professione: tra patente ed altre abilitazioni un giovane deve sborsare circa 4 mila euro per cominciare, anche se alcune aziende, vista la carenza, stanno venendo incontro con agevolazioni». Per ciò che attiene alla sicurezza, De Iuliis annota una serie di comportamenti di tipo vandalico da parte soprattutto dei più giovani, soprattutto in certe fasce orarie e di sabato, che per il momento si sono limitati a scritte, allo sporcare il mezzo e agli schiamazzi ma non mancano aggressioni verbali: «Noi autisti cerchiamo di sedare ogni tipo di comportamento che può sfociare in violenza. A volte si chiamano le forze dell'ordine che però sono già oberate di lavoro e sottorganico». In passato, dopo tavoli in prefettura, s'era scelto di aumentare i controlli nei capolinea «ma anche questi stanno diminuendo».
In altre parti della regione ci sono state recentemente alcune aggressioni fisiche come nella Marsica e nel Pescarese «tant'è che Tua sta pensando a schermature del posto guida». Le tratte più a rischio in provincia di Teramo sono «quelle di Ascoli-Giulianova, in genere la fascia della Val Vibrata, dove in passato si sono registrati problemi, della fascia costiera tra San Benedetto e Pescara, mentre sulla Teramo-Giulianova tali tipi di atti sono meno frequenti». Gli autobus, per il sindacalista, sono come una sorta di «zona franca» dove «mancano i controllori che potrebbero invece risultare validi per scoraggiare atti violenti, ma anche gli stessi mancati pagamenti del ticket che hanno raggiunto cifre importanti: qui pagano soprattutto gli studenti e i lavoratori coi loro abbonamenti, gli altri si riducono ad una quota del 50%». Purtroppo, la percentuale di viaggiatori-portoghesi «è in crescita». Infine, altro tasto dolente è il ricorso alle sub concessioni: «Tua si rivolge per alcune linee, che loro chiamano a carattere marginale (soprattutto nell'entroterra), ad esternalizzazioni, a ditte che al 90% vengono da fuori regione, incrementando il lavoro precario».

04 marzo 2024 Il Messaggero

 

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