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Data: 24/01/2024
Testata Giornalistica:
CORRIERE DELLA SERA
    CORRIERE DELLA SERA

Auto, alta tensione tra Stellantis e governo Tavares attacca dopo le frasi di Meloni sulla vendita della Fiat. E Urso: smentisca la produzione in Marocco

in visita, ieri, ad Atessa, in Abruzzo, Tavares ha cercato di intiepidire gli umori, dicendo che «in questo impianto verranno costruiti i furgoni di nuova generazione dei brand Fiat, Peugeot, Citroen e Opel ma per essere competitivi servono infrastrutture portuali e ferroviarie e un minor costo dell’energia».


La bolla adesso è scoppiata. Lo scontro è aperto tra Stellantis e il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che chiede «una smentita alla lettera che circola sullo spostamento della produzione in Marocco, sarebbe in palese contraddizione su quello che Stellantis dice di voler realizzare nel nostro Paese». Sollecitando anche la società ad avere un rapporto corretto e lineare con tutto l’indotto.

Le prove sono state tutte raccolte: lettera di invito, il programma della giornata da trascorre a Rabat, nel Conrad Hotel, ospiti di Stellantis e un depliant di ben 22 pagine sulle agevolazioni che il Paese del Nord Africa propone a chi si trasferisce in loco. Stellantis ha collocato nell’impianto di Kenitra, altri 300 milioni di euro nel 2022 per raddoppiare la capacità produttiva e lanciare la piattaforma smart car, ampliando così le opportunità che può offrire il Mediterraneo.

Altre critiche erano state mosse dal ceo di Stellantis, Carlos Tavares, per la lunga attesa prima dell’arrivo dei nuovi incentivi in Italia sulle auto elettriche; Urso ha immediatamente replicato che «abbiamo dovuto cambiare perché gli incentivi del 2022 sono andati per l’80% a vetture di Stellantis prodotte all’estero». Tavares ha ringraziato ma ha precisato che «sono stati persi nove mesi». E, in visita, ieri, ad Atessa, in Abruzzo, ha cercato di intiepidire gli umori, dicendo che «in questo impianto verranno costruiti i furgoni di nuova generazione dei brand Fiat, Peugeot, Citroen e Opel ma per essere competitivi servono infrastrutture portuali e ferroviarie e un minor costo dell’energia». Ha voluto anche evidenziare che «il futuro di Melfi non è a rischio a prescindere dai modelli che verranno prodotti». E ancora, dopo le parole della premier Giorgia Meloni: «Abbiamo più di 40mila dipendenti in Italia, che lavorano duramente. Non credo che i lavoratori abbiano apprezzato questo tipo di commenti, ma io non rispondo».

Dalla sua nascita Stellantis ha licenziato in Italia 7.500 lavoratori ed ora anche un simbolo dell’auto nostrana, la 600 Fiat, viene costruita in Polonia. Quali le ragioni di queste scelte? Gli stabilimenti italiani non sono idonei oppure vi è l’intenzioni di chiuderli. Calenda vede in retrospettiva «una grande presa in giro», partendo dal 2003 quando la Fiat mise i sigilli alla fabbrica Alfa Romeo ad Arese e, ricordando ancora un precedente, del 1990, in cui Fiat, alla presentazione del progetto Melfi, dove si impegnava a produrre 3,5 milioni di veicoli l’anno, in automatico chiuse i siti di Rivalta, di Desio e, poi, di Termini Imerese. Senza articolare sulla vendita di Magneti Marelli, ceduta a una società giapponese, per poi passare al fondo Usa KKR.


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