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Data: 29/10/2023
Testata Giornalistica:
IL CENTRO

Beffa per 5mila ex percettori del Reddito di cittadinanza

Restano senza sussidio perché i corsi di formazione previsti a ottobre non sono partiti


DovScreenshot 2023 10 29 06.53.12 page 0001 1eva essere la risposta alla mancanza di opportunità di lavoro per gli ex percettori del Reddito di cittadinanza, ma si sta rivelando un percorso ad ostacoli in cui sono bloccati migliaia di disoccupati. Il Supporto formazione lavoro, l'indennità di 350 euro mensili che avrebbe accompagnato i disoccupati con reddito molto basso durante il percorso formativo, è ancora fermo.Ad averne diritto, in Abruzzo, secondo i dati forniti dall'Inps a di settembre, erano 3.398. Il numero nel frattempo ha raggiunto quota 5.000.BLOCCATI DALLA BUROCRAZIA.Il percorso prevede, dopo l'invio della domanda, il controllo del requisito da parte dell'Inps, una convocazione del Centro per l'Impiego per verificare le competenze del disoccupato e poi la partenza di corsi di formazione per gruppi di poche persone. Solo a quel punto, per il richiedente, inizia l'erogazione dei 350 euro che vanno a sostituire il Reddito il cui importo medio era però di 780 euro. Ma ad oggi, tutti coloro sono risultati idonei per l'Inps, non sono andati oltre il colloquio con il Centro per l'Impiego: la formazione infatti, sia per mancanza di corsi che per assenza di indicazioni precise dall'Anpal (l'agenzia nazionale che ha il compito di coordinare i corsi), non è ancora partita per nessuno.SENZA PIÙ LE FORZE.La platea abruzzese dei richiedenti, in grossa parte, è formata da ultracinquantenni single che hanno perso il lavoro da molti anni. Ma ci sono anche giovani donne e uomini che avevano immaginato di poter trovare, nella formazione professionale, la via d'uscita da un lavoro fino ad oggi sempre e solo precario e povero. Tutte persone che, ad oggi, sono rimaste sole con le loro difficoltà: dall'affitto, alla spesa, alle bollette, ai figli da crescere. Impellenze la cui quotidiana urgenza rende difficile anche preoccuparsi, approfondire, e perché no, protestare, contro una norma che era stata raccontata come la soluzione dei loro problemi, ma che invece sta disvelando insormontabili difficoltà.LA DOPPIA BEFFA.Ai richiedenti in attesa dei corsi e delle indennità, vanno aggiunti coloro che hanno provato a fare la domanda negli ultimi 10 giorni: per loro la beffa è doppia. Il Siisl, il portale del Ministero presentato come la piattaforma che in futuro incrocerà domanda e offerta di lavoro, da dieci giorni non consente di ultimare la procedura lasciando le richieste in sospeso. Un ulteriore problema che aggiunge incertezza a fasce di popolazione che avrebbero bisogno di sostegno, lavoro e reddito, per evitare che esploda una bomba sociale.PROROGA SENZA CERTEZZEIl pagamento del Reddito di cittadinanza ai superstiti del sussidio è arrivato. Chi ha presentato la richiesta ed ha tutti i requisiti necessari, ha ricevuto l'accredito venerdì 27 ottobre. A differenza di chi accede al beneficio per la prima volta che è stato pagato il 15 ottobre, perché la prima rata viene precaricata direttamente sulla carta che si riceve da Poste Italiane a metà del mese successivo a quello di domanda. Ma il sussidio spetta fino alla fine dell'anno alle famiglie con minori, persone disabili o con più di 60 anni. Per gli altri è previsto il limite massimo di fruizione di 7 mensilità nel 2023. E chi ha perso il diritto alla prestazione perché ha superato il limite ed ha fatto domanda per la formazione lavoro, è finito nell'imbuto della burocrazia. Oppure, se non è occupabile, si è affidato all'assistenza dei Comuni. In questo caso un'importante novità è arrivata il 16 ottobre con l'approvazione del decreto fiscale.Il provvedimento prevede la proroga del termine per la comunicazione di avvenuta presa in carico da parte dei servizi sociali. La scadenza del 31 ottobre slitta così al 30 novembre. Le persone tra i 18 e i 59 anni che vengono prese in carico dai servizi sociali perché non possono essere avviate ai Centri per l'Impiego hanno diritto al Reddito fino al 31 dicembre. Ma anche per loro non c'è certezza dell'esito.


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