Data: 29/02/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Biondi all'attacco dei manifestanti «Criticità colpa del centrosinistra» Il sindaco insiste sulle accuse di strumentalizzazione politica e rilancia: «Ecco le vere responsabilità»
Ma il fronte della protesta non si arrende: «Consegnati 2 dossier al ministro, che è stato disponibile» - GUARDA IL SERVIZIO TRASMESSO DA LAQTV L'AQUILA Su sanità e Nuclei di cure primarie si va allo scontro finale. Nella protesta irrompe il sindaco Pierluigi Biondi che, a margine del consiglio straordinario di lunedì sulla sanità, aveva già definito «strumentale» la polemica montata sui nuclei di cure. E che ieri ha rincarato la dose, ribaltando i termini dell'operazione-verità annunciata dal capogruppo del Partito democratico Stefano Albano. «Mentre continua la strumentalizzazione da parte del centrosinistra e di alcuni sindacati politicizzati sulla sanità, è bene che chi ha amministrato prima di noi risponda a una serie di domande che non gli rivolge il sindaco dell'Aquila o il centrodestra, ma i cittadini, perché se il settore ha delle criticità che nessuno vuole negare è bene chiarire a quali scelte siano da imputare», sostiene il sindaco. «È vero o no», chiede il primo cittadino, «che il governo di Luciano D'Alfonso e Silvio Paolucci ha bloccato al 20% il turnover del personale all'Asl dell'Aquila? È vero o no che, nell'atto di riordino della rete ospedaliera, D'Alfonso sdoppiò la centrale operativa del 118, nonostante i finanziamenti della solidarietà dedicati esclusivamente al capoluogo? È vero o no che la giunta regionale di centrosinistra ha bloccato l'edilizia sanitaria pubblica immobilizzando centinaia di milioni di euro, orientando le proprie scelte verso un project financing? È vero che Paolucci ha garantito la disponibilità della Regione a coprire con il proprio bilancio le rate di canone per un importo di circa 18 milioni di euro a partire dal 2021, quindi scaricando sulla legislatura successiva i costi di questa spericolata operazione? È vero o no che la delibera che istituisce il Dea di II livello per Chieti-Pescara viene approvata dalla giunta D'Alfonso, mentre quella che commissiona lo studio per un'ipotesi di Dea di II livello per L'Aquila, viene approvata in calcio d'angolo, per porre rimedio alla precedente, solo pochi giorni prima che fossi eletto sindaco, il 6 giugno 2017 con Lolli vicepresidente della Regione? Decisioni», precisa Biondi, «assunte dalla giunta regionale D'Alfonso nel silenzio del suo vicepresidente, Giovanni Lolli, del sindaco che mi ha preceduto, dell'allora consigliere di maggioranza Pietrucci, della parlamentare Pezzopane, della Cgil e del sindacato dei medici. Dov'erano - perché non ho sentito alcuna obiezione - quando si perpetrava l'attacco più importante che sia mai avvenuto in Abruzzo sulla sanità pubblica?», incalza quindi il primo cittadino. «Dopo che il centrosinistra si renderà protagonista di una, in questo caso davvero, operazione-verità, allora avrà diritto di tribuna nel parlare di tutela della salute», fa osservare Biondi. «È evidente come la carenza di personale a cui sino a oggi abbiamo assistito, gli annosi ritardi nell'avvio dei lavori della centrale unica del 118 che oggi abbiamo finalmente sbloccato o lo stop ai programmi di sviluppo di edilizia sanitaria, siano imputabili ad una e una sola parte politica», aggiunge, sottolineando come «oggi, grazie alla credibilità del presidente Marsilio e del centrodestra, abbiamo voltato pagina approvando il nuovo piano della rete ospedaliera e facendo ripartire gli investimenti nelle infrastrutture e nelle strumentazioni».
il fronte della protesta. Intanto i rappresentanti dei medici di famiglia (Fimmg, Snami, Smi) e Cgil tornano anch'essi alla carica, forti della «grande disponibilità dimostrata dal ministro della Salute Orazio Schillaci», che li ha incontrati nel corso della sua recente visita nel capoluogo e ha ricevuto da loro «due documenti, il primo descrittivo della situazione dei Nuclei di Cure Primarie e il secondo afferente alle gravi carenze nell'emergenza-urgenza e nella continuità assistenziale nei Comuni del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise». Una disponibilità che le stesse sigle sindacali attribuiscono alla «sensibilità sociale», al «senso di responsabilità politica» e a una «considerazione maggiori rispetto a chi si è sottratto, per mesi, a un confronto civile e produttivo che avrebbe potuto evitare le legittime proteste degli ultimi giorni. Ciò a dimostrazione della fondatezza delle ragioni della vertenza avviata ormai da due anni, e oggi raccolta dallo stesso ministro, che non può, quindi, essere considerata una mera strumentalizzazione politica». Rappresentanti sindacali che passano al contrattaccano, ricordando che «al numero "esiguo" di medici coinvolti nei subentri corrisponde un numero elevatissimo di assistiti della nostra provincia (non solo, quindi, nella città dell'Aquila, ma, per citarne solo alcune, anche ad Avezzano e a Pescina) che perdono i servizi e l'assistenza continuativa che i Nuclei forniscono. Inoltre, se davvero il numero è "esiguo", qual è il problema economico? La reale motivazione del rifiuto è un'altra», tornano a ribadire, «e cioè una precisa volontà politica espressa nel Piano Strategico 2023-2025 dell'Asl, secondo la quale si è deciso di risparmiare sulla Medicina Territoriale, soprattutto sulle associazioni mediche e, in particolare, in tema di sostituzione nei Nuclei dei medici andati in pensione. In altre parole, l'Asl decide di risparmiare tagliando i servizi e pregiudicando i livelli occupazionali, e lo fa proprio sulla Medicina Territoriale. La nostra mobilitazione», spiegano, «è proprio in difesa dei giovani medici dei quali anche il sindaco sembra preoccuparsi e che sono gli stessi, a oggi, esclusi dalle Associazioni dei Medici di Base», gli stessi «da due anni in attesa che venga riconosciuto il loro lavoro. La vertenza», precisano, «oltre a tutelare i giovani medici, mira a preservare i posti di lavoro di decine di lavoratori e di lavoratrici impegnati da anni nei Nuclei per garantire la continuità assistenziale a migliaia di cittadini e di cittadine. Va detto che le scelte politiche ricadono sulla collettività e, pertanto, chiediamo ai candidati e alle candidate alle prossime elezioni regionali della nostra provincia, assenti nel corso dell'assemblea pubblica che si è tenuta il 15 febbraio, di esprimersi, partendo dalla vicenda dei Nuclei di cure primarie, su quali siano i modelli organizzativi di Medicina Territoriale diffusa e di prossimità che intendono portare avanti in caso di elezione».
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