Data: 11/02/2024
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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D'Amico, ex rettore e prof schiera il "Campo largo" con tutto il centrosinistra. Marsilio, il governatore a caccia del bis: impresa mai riuscita nel passato.
L'ambizione è importante. Ovviamente contendere la vittoria elettorale a Marco Marsilio, che va a caccia di un bis mai riuscito nella storia della regione, ma anche provare a diventare un modello esportabile altrove, in Italia. Il modello è il cosiddetto (e un po' abusato) "campo largo", locuzione per descrivere la coalizione che va dal Pd alla Sinistra, passando per i civici, i verdi, i riformisti e il Movimento Cinque Stelle. Un insieme di anime, con sfumature diverse, che sostiene la candidatura, esterna ai partiti, di Luciano D'Amico, economista di 64 anni, nativo di Torricella Peligna, ex rettore dell'Università di Teramo, ex presidente dell'Arpa, l'allora azienda di trasporto regionale, nella fase delicata del risanamento prima e della transizione verso Tua, poi. Il "Patto per l'Abruzzo" ha già fatto rumore in Italia, un po' perché qui era praticamente una scelta obbligata per tentare di contendere la vittoria al centrodestra, un po' perché in altre parti d'Italia non si è riusciti a siglare l'alleanza, in particolare tra Pd e Cinque Stelle. E infatti la genesi della sua candidatura è stata lunga e complessa, frutto di un tavolo politico che ha fatto registrare anche momenti di tensione (il Pd puntava su Silvio Paolucci, Azione su Carlo Costantini), ma che alla fine ha compreso il valore di un progetto che ha elementi innovativi e che probabilmente rappresentava una scelta obbligata. E che ora, però, può diventare un esempio esportabile, soprattutto se i risultati dovessero dare il giusto conforto.
LO SCHIERAMENTO - Così come per Marsilio, anche per D'Amico sono state rispettate le premesse della vigilia. Le liste della coalizione sono sei. In quella del Pd trovano spazio elementi di spicco, come gli uscenti Silvio Paolucci (su Chieti), Antonio Blasioli (Pescara), Pierpaolo Pietrucci (L'Aquila), Dino Pepe (Teramo) e sempre a Teramo torna nei "ranghi" Sandro Mariani, che era stato eletto con "Abruzzo in Comune nell'ultima tornata e che punta al terzo mandato consecutivo. La sorpresa, come detto, è quella del Movimento Cinque Stelle che nel 2019 aveva sostenuto la candidatura a governatore di Sara Marcozzi arrivando a superare il 20% con oltre 120 mila voti. Con la Marcozzi passata a Forza Italia e Domenico Pettinari uscito dal movimento per candidarsi a sindaco di Pescara, la pattuglia degli uscenti che tentano il bis si è ridotta a Francesco Taglieri (Chieti), Giorgio Fedele (L'Aquila) e Barbara Stella (Pescara). Completano il quadro l'Alleanza tra Verdi e Sinistra, Azione - che dopo qualche fibrillazione iniziale ha aderito al progetto - e la lista dei riformisti (che nasce dall'iniziativa di Italia Viva, dei socialisti abruzzesi e con la partecipazione di esponenti del mondo civico). Infine c'è la cosiddetta "lista del presidente", "Abruzzo Insieme", nella quale trovano posto l'uscente Americo Di Benedetto (eletto nell'ultima consiliatura con "Legnini Presidente"), l'ex sindaco di Pescara Marco Alessandrini, l'ex assessore regionale (oggi consigliere a Pescara) Marinella Sclocco.
I TEMI - La strategia di D'Amico è quella di "puntare" sull'Abruzzo, di contestare il "melonismo" inteso come, nell'accezione del centrosinistra, più attenzione al partito che ai temi. Riportando la regione al centro delle dinamiche rispetto al presunto baricentro romano. Lo dice uno fuori dai partiti, senza tessere, ma comunque con esperienze in qualche modo legate alla politica. Quella più importante risale al 2014, a quando Luciano D'Alfonso lo scelse come presidente dell'azienda regionale dei trasporti Arpa. Una parentesi che gli è costata anche un processo per la presunta incompatibilità tra i ruoli di rettore e presidente del Cda. Nel 2022 è stato assolto in via definitiva, dicendo di essere stato «contento di aver avuto un controllo così attento»: «Ben vengano le indagini: è il modo migliore, come accaduto in questo caso, di dimostrare la totale legittimità di azioni e ruoli». Per ora la sua campagna elettorale si è distinta in particolare per due macro-questioni: la prima è certamente la critica, dura, alle politiche sanitarie del centrodestra uscente, corroborata anche dalla leader nazionale del Pd, Elly Schlein, nell'ambito delle sue visite sul territorio, nella Marsica e nel Teramano. E poi per la proposta del trasporto pubblico gratuito per tutti, che comporterebbe una spesa di 29 milioni di euro totali.
LA SFIDA - Anche sui sondaggi, di recente, si è accesa più di una polemica. Ovviamente ognuno tira l'acqua al proprio al mulino, ma all'interno della coalizione centrosinistra-Cinque Stelle c'è una certa convinzione che la partita sia quantomeno contendibile. Le urne, ovviamente, daranno il responso finale.
Marsilio, il governatore a caccia del bis: impresa mai riuscita nel passato
Parte ufficialmente la corsa verso il voto del presidente della Regione uscente, Marco Marsilio, che alla guida della coalizione di centrodestra e potendo contare sul sostegno di sei liste e una carica di 172 candidati consiglieri ha deciso di ricandidarsi dopo cinque anni di governo con l'obiettivo di centrare uno storico bis. Fino a oggi la Regione ha sempre visto un'alternanza, nessuna forza politica infatti è mai riuscita a governare l'Abruzzo per due mandati consecutivi. Con il vento favorevole, almeno osservando le percentuali raggiunte dal suo partito nelle ultime tornate elettorali, il governatore uscente di Fratelli d'Italia è riuscito a risolvere i mal di pancia interni al centrodestra dei mesi passati e ad unire tutte le forze in campo in nome della continuità amministrativa. Marsilio, 56 anni da compiere, docente universitario, deputato dal 2008 al 2013 con il Popolo delle Libertà, nel 2018 era senatore di Fratelli d'Italia, carica da cui si è dimesso l'anno successivo per poter correre in Abruzzo come candidato alla Presidenza della Regione. Accusato di essere "paracadutato" da Roma, Marsilio negli ultimi cinque anni ha lavorato, di concerto con tutte le forze alleate, per rafforzare il suo legame con un territorio di cui è originario, essendo i suoi genitori di Tocco da Casauria.
Al netto di qualche tensione con la Lega, legato a passaggi denunciati proprio dal Carroccio di consiglieri e assessori regionali da parte degli altri partiti di centrodestra, la composizione delle liste si è conclusa e ieri ne sono state depositate sei a sostegno della sua candidatura: Fratelli d'Italia, Forza Italia, Noi moderati, Lega, Udc-Dc e la lista Marsilio presidente. Nella lista di Fratelli d'Italia spiccano gli uscenti: gli assessori Nicola Campitelli e Mario Quaglieri, rispettivamente per la provincia di Teramo e dell'Aquila, i consiglieri regionali Marco Cipolletti, ex Movimento cinque stelle (Teramo), Massimo Verrecchia (L'Aquila), Leonardo D'Addazio (Pescara). Sempre in quota Fdi c'è il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Umberto D'Annuntiis candidato nella provincia di Teramo. Nella lista del Presidente per la provincia di Chieti spicca sicuramente l'ex assessore regionale alla Sanità eletto in quota Lega, partito che ha poi lasciato, Nicoletta Verì.
I FARI - Fari accesi su Forza Italia, partito considerato in crescita all'interno del centrodestra. Tra gli azzurri tornano in campo per il Chietino l'assessore regionale Daniele D'Amario, i consiglieri Mauro Febbo e Sara Marcozzi, quest'ultima candidata alle ultime elezioni regionali contro il centrodestra di Marsilio e a capo del M5S. In Provincia dell'Aquila ci sono poi i consiglieri uscenti Simone Angelosante, Roberto Santangelo e Antonietta La Porta, quest'ultima uscita dalla Lega per confluire in Forza Italia. Testa di serie in provincia dei Pescara e uomo forte degli azzurri in Abruzzo, Lorenzo Sospiri, presidente del Consiglio regionale nell'ultima legislatura ha deciso di tornare in campo. Nel Teramano ricandidato Emiliano Di Matteo, ex sindaco di Ancarano consigliere regionale eletto nella Lega poi passato tra gli azzurri. Tanti gli uscenti anche nella Lega: in testa Emanuele Imprudente, vicepresidente della Regione e uomo forte del Carroccio in Provincia dell'Aquila, ci sono poi i consiglieri regionali Sabrina Bocchino e Fabrizio Montepara per la provincia di Chieti e Vincenzo D'Incecco per quella di Pescara. Per il teramano ci sono poi l'assessore Pietro Quaresimale e il consigliere regionale Simona Cardinali. Candidata con Noi Moderati in provincia dell'Aquila, Marianna Scoccia, è la figura di punta del partito di Maurizio Lupi. Nomi forti dell'Udc infine sono quello dell'ex consigliere regionale ed ex assessore di Fi Ezio Stati, l'assessore comunale dell'Aquila Roberto Tinari, entrambi in corsa in provincia dell'Aquila.
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