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Data: 17/10/2023
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CORRIERE DELLA SERA
    CORRIERE DELLA SERA

Ecco la manovra da 24 miliardi Meloni: è seria e realistica. Sì in Consiglio dei ministri. Il piano: zero emendamenti in Aula, allarme delle opposizioni. «Aiuti alle fasce medio-basse fino a 1.300 euro l’anno Lotta all’evasione degli autonomi»

ROMA Consiglio dei ministri che comincia ieri mattina alle 10; Giorgia Meloni che meno di un’ora dopo arriva in sala stampa e annuncia che, anche se la riunione è ancora in corso, la manovra per il 2024 è stata approvata «a tempo di record, a dimostrazione dell’unità di vedute nel governo» e poi, ricordando che alle 11.30 deve ricevere a Palazzo Chigi il re di Giordania, dopo un’esposizione delle principali misure, lascia il campo ai vicepremier, Matteo Salvini (Lega) e Antonio Tajani (Forza Italia) e al ministro e al viceministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e Maurizio Leo. Tutti a sottolineare la compattezza della squadra. Poi, però, si capisce che sì è vero, sono state mantenute le promesse sulla riduzione dell’Irpef e sulla proroga del taglio del cuneo per i redditi medio-bassi (entrambe sono coperte per il solo 2024 con una quindicina di miliardi) e che questo è il cuore della legge di Bilancio da 24 miliardi, cui si aggiungono 4 del decreto fiscale, per un totale di 28.
Arriva Quota 104 - Prima, né Meloni né gli altri accennano alla proroga di Quota 103, altra misura attesa. Poi, quando i giornalisti cercano di capire come saranno le regole nel 2024 per chi vuole andare in pensione anticipata, le risposte sono poco chiare. Giorgetti dice che non ci sarà più Quota 103, ma assicura, sotto lo sguardo attento di Salvini, che resta fermo il requisito dei 41 anni di contributi, cavallo di battaglia della Lega. A salire, aggiunge, sarà il requisito dell’età, ma con un meccanismo di incentivi e disincentivi. E ci tiene comunque a mandare il messaggio, indirizzato a Bruxelles, che «sarà molto più restrittivo l’accesso al pensionamento anticipato». Più tardi si saprà che, in realtà, mentre era in corso la conferenza stampa non era stata ancora presa una decisione. In serata, la soluzione nel comunicato di Palazzo Chigi: Quota 104, 41 anni di contributi e 63 di età, senza penalizzazioni, mentre resta l’incentivo Maroni (contributi in busta paga) per chi resta al lavoro. Sparisce anche Opzione donna, che viene assorbita, insieme con l’Ape sociale, in un Fondo per la flessibilità in uscita che consente a determinate categorie di lasciare il lavoro a 63 anni con 36 di contributi (35 per le donne) con un assegno ponte fino a 1.500 euro fino al raggiungimento dei normali requisiti di pensione. Meloni, però, rivendica la conferma della perequazione piena sulle pensioni fino a quattro volte il minimo (e poi a scalare) per una spesa di 14 miliardi e della «super rivalutazione delle minime per chi ha più di 75 anni». Misura per la quale molto ha spinto Forza Italia, dice Tajani.
La tagliola dei 260 euro - «Sono molto fiera di questa manovra», dice la premier, definendola «molto seria e realistica, che concentra le risorse su alcune grandi priorità, evitando sprechi». Il quadro è «complesso»: per i maggiori interessi sul debito si spenderanno 13 miliardi e altri 20 per il Superbonus. «Insieme fanno più della manovra». Viene però confermato il taglio del cuneo, «che mediamente vale 100 euro» in più al mese in busta paga, e l’avvio della riforma Irpef con la riduzione delle aliquote da 4 a 3, accorpando i primi due scaglioni. Risultato: sui redditi fino a 28 mila si pagherà il 23%, aliquota finora applicata fino a 15 mila euro. Il vantaggio, che al massimo può arrivare a 260 euro all’anno, verrà però annullato per i redditi superiori a 50 mila euro con un taglio delle detrazioni pari appunto a 260 euro.</p>
Contratti e sanità - Per il rinnovo dei contratti pubblici, sottolinea Meloni, ci saranno più di 7 miliardi, di cui 2 per la sanità. C’è l’impegno a intervenire prioritariamente per le forze dell’ordine, perché non è possibile, spiega, «che lo straordinario di un poliziotto sia pagato 6 euro l’ora». La premier definisce quindi «bugie» quelle dell’opposizione sul Fondo sanitario nazionale: «Ci sono quasi 136 miliardi, il più alto investimento di sempre, contro i 115 miliardi del 2019 e i 122-127 del biennio Covid, vaccini compresi». Altra priorità rispettata, dice Meloni, è la famiglia, con i sostegni alla natalità: un mese in più di congedo parentale al 60% della retribuzione; più soldi per gli asili nido, che «per il secondo figlio devono essere gratis»; busta paga più alta per le madri con due o più figli; fringe benefit di 2 mila euro per i lavoratori con figli e di mille per gli altri. «La nostra richiesta di un miliardo in più per le famiglie in legge di Bilancio è stata condivisa» dice Maurizio Lupi, Noi moderati. La super deduzione per le aziende che assumono giovani, donne con figli, disabili ed ex percettori del reddito di cittadinanza e rinvio dell’acconto di novembre per gli autonomi con fatturato fino a 170 mila euro: pagheranno in cinque rate dal prossimo gennaio.
Taglio del canone Rai - Salvini rivendica il taglio del canone Rai da 90 a 70 euro (sempre nella bolletta della luce) e il finanziamento del Ponte sullo Stretto. Giorgetti la spending review che costringerà i ministeri a tagliare il 5% della spesa discrezionale. Per il resto, la manovra resta finanziata con un aumento del deficit di 16 miliardi.

«Aiuti alle fasce medio-basse fino a 1.300 euro l’anno Lotta all’evasione degli autonomi»

ROMA Viceministro, parte la riforma dell’Irpef: quanti contribuenti riguarda e quanto si risparmia?

«La riduzione delle aliquote da 4 a 3, con l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito, quindi fino a 28 mila euro di imponibile sotto l’aliquota del 23%, riguarda tutti i contribuenti. I risparmi possono arrivare fino a un massimo di 260 euro netti l’anno», risponde il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.

E sommando anche la proroga del taglio del cuneo per i lavoratori dipendenti con retribuzione lorda fino a 35 mila euro?

«Abbiamo destinato circa 10 miliardi al rinnovo del taglio del cuneo fiscale-contributivo. La platea di lavoratori dipendenti interessata è di circa 14 milioni. Il mix dei due interventi avrà l’effetto di rafforzare le buste paga fino a circa 1.300 euro l’anno».

Le due misure sono finanziate solo per il 2024. In questo modo, però, si crea un’ipoteca sulle prossime manovre.

«Le due misure complessivamente valgono una quindicina di miliardi. È vero, per ora, le finanziamo per il 2024, ma si tratta di un fotogramma di un film che bisogna vedere per intero. Il prossimo fotogramma sarà quello del concordato preventivo biennale per gli autonomi, che noi pensiamo di introdurre, con uno dei prossimi decreti di attuazione della delega, già sull’imponibile 2024. Ed è da qui che ci attendiamo importanti risorse per finanziare in modo strutturale il taglio di Irpef e cuneo».

Quindici miliardi?

«Vedremo. Sappiamo che esiste un tax gap di 80-100 miliardi di euro, il gettito che manca alle casse dello Stato se l’evasione fosse azzerata. Questo tax gap deve essere ridotto e cominceremo con il concordato preventivo biennale. Possiamo farlo grazie alla mole di informazioni nelle banche dati e la fatturazione elettronica, parliamo di circa 2,2 miliardi di fatture. Saremo in grado di fare ai contribuenti proposte accurate e ragionevoli».

Il contribuente potrà sapere in modo millimetrico quanto guadagnerà. Come funzionerà?

«Potremo dire in modo millimetrico al contribuente quanto guadagnerà nel prossimo biennio e, in base a questo, concordare quante tasse pagherà, secondo un rapporto più collaborativo con l’amministrazione».

Nella riforma dell’Irpef è spuntata la sorpresa della franchigia da 260 euro sulle detrazioni per chi ha un imponibile superiore a 50 mila euro. Per questi contribuenti non ci sarà alcuna diminuzione delle tasse.

«Partiamo da una considerazione: qual è l’obiettivo di fondo della manovra? Aiutare le fasce di reddito medio-basse, le più colpite dall’inflazione. Ecco perché abbiamo concentrato su di loro le poche risorse disponibili. Sopra i 50 mila euro escludiamo comunque dalla franchigia le spese sanitarie, che resteranno detraibili al 19% come adesso. Dalla somma di tutte le altre verranno invece sottratti 260 euro, che sono appunto il vantaggio che queste fasce di contribuenti hanno dalla revisione dei primi due scaglioni dell’Irpef».

Introducete la Global minimum tax del 15% sulle multinazionali con fatturato superiore a 750 milioni. Qual è il gettito previsto? E riuscirete a farla pagare?

«Prevediamo, in via estremamente prudenziale, un gettito di 500 milioni a regime. I meccanismi introdotti sono efficaci e puntano ad intercettare ogni situazione dove si realizzi un’imposizione effettiva inferiore al 15%. In ogni caso, la nostra amministrazione è pronta a far rispettare queste regole anche attraverso le misure che usciranno nei prossimi decreti. E non c’è solo la Global minimum tax».

Ovvero?

«C’è una misura volta ad evitare che persone fisiche residenti in Italia, ad esempio quelli che lavorano in smart working per società estere, non paghino le tasse da noi. Ma posso anche citare la misura che punta ad attirare in Italia la produzione di imprese residenti in Paesi extra Ue, alle quali si prevede di far pagare meno imposte per i primi cinque anni a condizione che restino nel nostro Paese per almeno dieci anni. Solo creando un sistema di regole semplici e certe, riusciremo a essere attrattivi per gli investimenti esteri e far crescere ulteriormente la nostra economia».


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