Non c’è solo la Roma-Pescara stralciata dal Pnrr e poi rifinanziata – soltanto per i primi due lotti – pochi giorni fa dal governo con un gioco di prestigio che, data l’imminente scadenza elettorale, sa tanto di mancia per gli abruzzesi chiamati alle urne. Ci sono altri progetti, depennati dalla lista del Pnrr per mano delle destre, che ballano nella Regione governata dal meloniano Marco Marsilio. A fronte del definanziamento di 9 misure per effetto della rimodulazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza avanzata dal Governo Meloni, i progetti a rischio nella sola regione Abruzzo ammonterebbero a 1.861, con conseguenti tagli alla spesa per oltre mezzo miliardo. La denuncia arriva dalla deputata Daniela Torto, capogruppo M5S in Commissione bilancio, nell’interrogazione rivolta ieri alla Camera, nel corso del question time, al ministro Raffaele Fitto che ha in mano il dossier del Pnrr.
Non c’è solo la Roma-Pescara stralciata dal Pnrr. In Abruzzo ci sono anche altri progetti depennati dalla lista per mano delle destre
Secondo i dati Openpolis, le misure definanziate in Abruzzo riguardano: la messa in sicurezza del territorio, il miglioramento dell’illuminazione pubblica e l’efficientamento energetico degli edifici (1.723 progetti, per un valore totale di circa 392 milioni di euro); la riqualificazione del contesto sociale e ambientale delle città (69 progetti per 165 milioni di euro); il miglioramento dei servizi nelle aree interne (55 progetti per 39,4 milioni di euro); la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (13 progetti per 8,5 milioni di euro). Fitto garantisce che non c’è alcun problema e che nell’articolo 1 del decreto-legge del 2 marzo è possibile trovare tutte le coperture per tutti i progetti che sono stati spostati – e non definanziati – dal Pnrr.
I 5Stelle rivelano tagli per 500 milioni. Il ministro sostiene solo di aver finanziato altrove le voci
“Vi sono ricompresi tutti, nessuno escluso”. Il ministro rinvia però alla discussione sulla relazione semestrale la verifica di come, all’interno della stessa relazione, “vi siano le ragioni per le quali questi progetti sono stati inseriti inopportunamente nel Pnrr precedentemente e opportunamente spostati, con un impegno e uno sforzo notevoli, e garantiti dal punto di vista finanziario”. “Sì, ministro, ora capiamo – replica Torto – perché non è venuto in Abruzzo a fare il quarto Re Magio. È evidente, infatti, che l’hanno lasciata qui a Roma, a fare il gioco delle tre carte nei palazzi romani. Ci conferma, con questa risposta, che con una mano prendete e con l’altra togliete. Fingete di risolvere i problemi che voi stessi create, non riuscite a mettere a sistema entro il 2026 i fondi del Pnrr, perché siete incapaci di farlo, e lo fate sia con il Pnrr ereditato sia con il nuovo decreto di cui lei stesso diceva, ma con cui disperatamente cercate di ritrovare risorse qui e là dai fondi, a destra e a sinistra. In realtà, state togliendo soltanto servizi ai cittadini”.
“Avete trasformato il Pnrr da ripresa e resilienza a ritardi e rinvii”
E ancora: “Avete trasformato il Pnrr – che sempre Pnrr resta – da ripresa e resilienza a ritardi e rinvii, con la differenza che il presidente Giuseppe Conte lo aveva preso per un vantaggio per il nostro Paese e voi lo portate avanti per un taglia e cuci, sulle spalle dei cittadini. Lei dà un colpo di grazia a tutti quei piccoli comuni in cui, in questi giorni, il suo Governo viene a fare tagli di nastro e a fare le ennesime promesse. Eppure, ci avete tolto 250 milioni dai fondi sisma per le persone terremotate, ci avete tolto i milioni per rifinanziare le strutture sanitarie”.