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Data: 13/11/2023
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Gli aiuti per la vita indipendente: coperto solo il 14% delle richieste

La Regione prevede lo stanziamento di 600mila euro sufficienti per appena 72 casi su un totale di 511. Ma esattamente come accadde un anno fa, Ferrante e Ranieri tornano a lanciare un appello-denuncia


«Sui fondi Screenshot 2023 11 13 06.33.26 page 0001per la Vita indipendente assistiamo ad un vergognoso ed irresponsabile atteggiamento della Giunta regionale, che, di fatto, dichiara la morte delle politiche per la disabilità. Le somme stanziate ammontano a 600mila euro, a fronte di domande per un totale di oltre quattro milioni di euro: solo il 14% delle richieste, cioè 72 su 511, potrà essere soddisfatto. Questo è un attacco all'autodeterminazione e, quindi, alla dignità e alla vita di tante persone con gravissima disabilità». Lo affermano il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, e il responsabile regionale Cgil Ufficio politiche per la disabilità, Claudio Ferrante, presidente dell'associazione "Carrozzine determinate", a proposito della graduatoria per i fondi regionali di Vita indipendente, dicendosi pronti a "clamorose azioni di protesta".La Regione Abruzzo, come prevede la legge Regionale numero 57 del 23 novembre 2012, si sta apprestando a pubblicare la graduatoria, ma le risorse stanziate ammontano a 600mila euro, a fronte di risorse necessarie pari a 4.286.000 euro per dare una risposta alle 511 istanze avanzate. In parole semplici si sta ripetendo, in fotocopia, ciò che è accaduto già nel mese di novembre del 2022. «L'anno scorso», ricordano infatti Ranieri e Ferrante, «ci fu una situazione analoga, ma grazie alla battaglia della Cgil alla fine furono trovate risorse per coprire il 100% delle domande. Il diritto alla vita indipendente, d'altronde, viene sancito dalla legge 162 del 1998 e ribadito dall'articolo 19 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata con la legge 18 del 3 marzo 2009».E come l'anno scorso parte la denuncia-appello per un diritto negato. «Forse alla Regione Abruzzo non è ben chiaro cosa significhi Vita Indipendente. La persona disabile», sottolineano i due esponenti Cgil, «può gestire in prima persona la propria vita sulla base della valutazione dei propri bisogni e progetti. La Vita Indipendente promuove l'integrazione sociale delle persone con disabilità e favorisce la domiciliarità. In altre parole, un notevole risparmio sulla spesa sociale e sanitaria, attenuando l'onere assistenziale a carico delle famiglie. In estrema sintesi, Vita Indipendente vuol dire migliorare la qualità della vita della persona disabile e di chi gli sta accanto».Il punto cruciale è questo: «Lo stanziamento di soli 600mila euro rappresenta un colpo mortale all'intero Welfare sulla non autosufficienza. Forse», sottolineano Ranieri e Ferrante, «né il governatore Marco Marsilio né l'assessore alle Politiche sociali, Pietro Quaresimale, si rendono conto che escludere l'86% delle persone con gravi disabilità che hanno fatto domanda significa interrompere il percorso di vita di tanti cittadini che grazie a questa legge sono andati a vivere autonomamente, distaccandosi dai propri nuclei familiari. Vuol dire interrompere il rapporto di lavoro con i propri assistenti, disintegrare l'autodeterminazione e la dignità delle persone con disabilità». Ranieri e Ferrante, nel chiedere un incontro urgente a Marsilio e Quaresimale, auspicano che la Regione possa «fare marcia indietro e stanziare la somma necessaria per garantire l'autodeterminazione a tutte le persone che in Abruzzo abbiano inoltrato la domanda. In assenza di risposte concrete e novità», concludono, «siamo pronti a clamorose azioni di protesta, a tutela di tantissimi cittadini abruzzesi con disabilità»


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