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Data: 18/10/2023
Testata Giornalistica:
IL MESSAGGERO

Il Tribunale fa riassumere undici lavoratori ex Auchan riavranno lavoro e arretrati

LA VERTENZASenza titolo - Non solo torneranno sul posto di lavoro, ma riceveranno anche gli stipendi pregressi. Il giudice del tribunale di Pescara, con pronuncia dello scorso 12 ottobre, ha accolto il ricorso di 11 dei lavoratori licenziati dagli ex Auchan di Pescara e Cepagatti che attendevano il reintegro da tre anni. Era il settembre del 2020, infatti, quando Margherita Distribuzioni spa, società erede di Auchan, decise di cedere il comparto "food" dei propri ipermercati, in accordo alle organizzazioni sindacali tranne la Cgil. «Gli accordi erano fondati su criteri del tutto arbitrari», recita un comunicato del sindacato. La società che acquisì il ramo d'azienda dei punti vendita abruzzesi è la Maiora srl. «Così, da un giorno all'altro, i dipendenti che in quel momento lavoravano in salumeria sono passati a Maiora conservando il proprio posto, mentre quelli che si occupavano del reparto di giardinaggio sono diventati esuberi», spiega Fiorella Dragani, avvocato dell'ufficio Vertenze e legali Cgil.

IN TRIBUNALE - Tra i punti vendita di Pescara e Cepagatti, furono lasciati a casa circa 140 dipendenti. La maggior parte di loro ha accettato l'incentivo all'esodo e ha estinto il rapporto di lavoro. Altri undici, invece, assistiti dal sindacato, hanno deciso di battersi in tribunale. La stessa cosa è successa per gli altri punti vendita dell'azienda: i lavoratori hanno presentato ricorso ai tribunali di diverse città italiane, da Torino a Palermo. «Abbiamo sostenuto che in un centro commerciale dove si vende di tutto, il comparto food non esiste - prosegue Dragani -. Dunque, nel 2020 non si trattò della cessione un solo ramo aziendale, ma dell'intera azienda, seppur su superficie ridotta. Di conseguenza, tutti i dipendenti avrebbero dovuto passare a Maiora. Poi, se fossero stati in esubero, si sarebbe aperta una pratica di licenziamento collettivo, ma questa sarebbe stata un'altra storia».

LA SENTENZA - Intanto, ad agosto di quest'anno, Margherita Distribuzioni ha spontaneamente riassunto i lavoratori che, nel frattempo, erano rimasti in cassa integrazione. Giovedì scorso, però, il tribunale di Pescara ha dichiarato illegittima la cessione del ramo aziendale, decretando che i lavoratori avrebbero dovuto essere assunti nel 2020, piuttosto che quest'anno. Di conseguenza, gli undici dipendenti hanno diritto anche agli stipendi maturati negli ultimi tre anni. L'iter giudiziario è terminato similmente anche nelle altre città. In diversi stralci della stesura, il giudice del tribunale di Pescara, si è ricollegato alle sentenze degli altri tribunali, in particolare a quella della Corta d'Appello di Torino, secondo cui «le aziende condannate hanno progettato e attuato una scorretta operazione (spezzatino), all'evidente scopo di eludere e aggirare l'applicazione delle norme imperative poste a tutela dei lavoratori e delle condizioni di occupazione».
Ora, le aziende in questione hanno ancora la possibilità di opporsi in appello alla sentenza del tribunale di Pescara.

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