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Data: 22/10/2023
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Johnson in chiusura, corteo dei lavoratori: no ai licenziamenti I dipendenti sfilano con i figli insieme a sindacalisti e politici: «Le vite non si misurano con i profitti». Coinvolto il ministero

22 ottobre 2023 il centro prima paginaCORROPOLI Bandiere, fischietti e uno striscione con la scritta: «Johnson fuori Controls, no ai licenziamenti». Sfilano tenendo per mano i loro figli i lavoratori dello stabilimento di Corropoli della multinazionale americana che ha annunciato lo spostamento della produzione all'estero. Il corteo, con sindacalisti e rappresentanti delle istituzioni, si muove lungo la statale 259 dall'area davanti all'azienda fino all'imbocco del casello della Val Vibrata sull'autostrada A14. La presenza dei bambini è il segno della ricaduta sulle famiglie di una scelta, definita «assurda», da parte della multinazionale che produce sistemi di sicurezza per edifici. A rischio ci sono 62 posti per la difesa dei quali i sindacalisti e i lavoratori, affiancati anche da una delegazione del personale della Betafence, altra azienda in crisi nel distretto vibratiano, chiedono «un atto di responsabilità» da parte della politica. «Non ci sono strumenti legislativi per frenare questa emorragia», scandisce al megafono la segretaria provinciale della Fiom Cgil Natascia Innamorati. Le proporzioni del dramma occupazionale nel Teramano sono fotografate nel dato indicato da Marco Boccanera, segretario per Abruzzo e Molise della Fim Cisl, secondo cui negli ultimi due anni sono stati cancellati 300 posti di lavoro. A rafforzare la presenza sindacale nel corteo, seguito da un massiccio spiegamento di forze dell'ordine, sono i segretari regionali di Cgil e Cisl Carmine Ranieri e Fabio Benitendi. Le istituzioni sono rappresentate dai sindaci della Val Vibrata e per la Regione dal consigliere del Pd Dino Pepe, dal sottosegretario Umberto D'Annuntiis e dall'assessore Pietro Quaresimale. È quest'ultimo a rispondere alle sollecitazioni lanciate nei confronti della politica. «L'azienda non risulta avere particolari difficoltà economiche, per cui la sua decisione è giunta inaspettata», tiene a precisare l'assessore, «la Regione farà comunque la propria parte, mettiamo in campo ogni misura disponibile per evitare la chiusura». Dalla riunione del tavolo di crisi, tenuta lunedì per iniziativa di Quaresimale, non sono arrivate però aperture confortanti dalla dirigenza. Le speranze sono riposte, dunque, nel confronto a livello governativo in programma per i prossimi giorni. Quaresimale specifica di aver già informato il ministro delle imprese Adolfo Urso. La sede dell'incontro probabilmente sarà in prefettura e non a Roma, con l'auspicio di un ripensamento in extremis da parte dell'azienda. «Ai lavoratori sono stati già chiesti gli indirizzi di posta elettronica certificata, per cui le lettere di licenziamento stanno per partire», avverte Innamorati, «il tempo stringe, bisogna subito riunire le parti sociali e datoriali». I sindacalisti ribadiscono che «la lotta è l'unico strumento a disposizione dei lavoratori». Per questo sono già in programma ulteriori iniziative di protesta. «È una comunità che si mobilita per affrontare il problema e cercare una soluzione», fanno rilevare i rappresentanti delle organizzazioni di categoria. I lavoratori sfilano per la sopravvivenza. «È un terremoto che ha colpito le nostre famiglie», osservano, «le vite non si calcolano in profitti».

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