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Data: 11/11/2023
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Johnson, sciopero contro i licenziamenti. Corropoli, a rischio 62 lavoratori

CORROPOLI Sindacati e lavoratori davanti ai cancelli della Johnson Controls Italia di Corropoli per dire no alla chiusura dello stabilimento della multinazionale americana. A portare solidarietà ai dipendenti c'era anche l'assessore regionale Pietro Quaresimale. Le otto ore di sciopero indette dalle sigle sindacali Fiom Cgil e Fim Cisl sono state innescate dall'esigenza di imprimere una svolta alla vertenza per i 62 lavoratori che corrono il concreto pericolo di restare senza occupazione dopo la decisione della società di chiudere, entro fine anno, lo stabilimento vibratiano per trasferirlo in Messico «dove la manodopera costa meno». Questo si sono sentiti dire i sindacati dal vice presidente della Johnson, fa sapere Natascia Innamorati segretaria provinciale della Fiom Cgil. Resterebbe in piedi solo il centro di ricerca e innovazione che conta 78 lavoratori. «Lo scenario peggiore è che l'azienda porti avanti la scelta di chiudere Corropoli facendo uscire a scaglioni i dipendenti», sottolinea Innamorati, «si tratta di operai che avrebbero difficoltà a ricollocarsi in un contesto come la Val Vibrata che vive già una situazione complessa. Ci batteremo perché venga mantenuto il sito di Corropoli, che si investa come farebbe la Johnson in Messico, e facciamo appello alle istituzioni». Il 16 novembre ci sarà la formalizzazione del passaggio della vertenza dal tavolo regionale a quello del ministero dello Sviluppo economico. Lavoratori e sindacati nutrivano la speranza che tra dicembre e gennaio, con la prospettiva annunciata dell'aumento dei livelli produttivi, venisse mantenuto attiva la produzione nello stabilimento. Il timore concreto è che arriveranno le lettere di licenziamento e si avrà 45 giorni di tempo per trovare un accordo sindacale e sarà corsa contro il tempo per tentare una soluzione che preveda un auspicato ripensamento dell'azienda o il passaggio ad un nuovo acquirente. «Non accettiamo che i lavoratori siano tutti a spasso, il problema non è l'incentivazione per tornare a casa», spiega Marco Boccanera segretario della Fim Cisl per Abruzzo e Molise, «siamo qui per ribadirlo, quanto la non facile ricollocazione dei lavoratori».

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