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Data: 31/03/2024
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IL MESSAGGERO
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Le mamme-commesse in lotta per un contratto Denunciata la condizione delle donne pesano i timori di un demansionamento. Ieri giornata di sciopero per i lavoratori di aziende legate alla Federdistribuzione

31 marzo 2024 Il Messaggero
«Troppe volte le dipendenti mamme sono messe in condizione di dover rinunciare al posto di lavoro per accudire i figli piccoli, sono sempre di più quelle che, in allattamento, in rientro maternità o in congedo parentale, devono scegliere se continuare a lavorare o licenziarsi». Abruzzo, Pescara, anno 2024: da brivido le parole di Marcella Carletti, Fisascat Cisl, perché la sua narrazione sulla condizione delle donne lavoratrici sembra riportare a uno scenario che neppure cinquant'anni fa. Storie di donne che vediamo tutti i giorni alla cassa del supermercato o intente in altre mansioni. «Capita a volte che a passare i prodotti alla cassa sia la stessa dipendente che un attimo prima aveva pulito i bagni» racconta ancora Marcella Carletti, che per i casi più drammatici non esita a pronunciare la parola «mobbing». Al suo fianco, davanti ad un supermercato di viale Pindaro, i sindacalisti Alberto Stampone e Bruno Di Federico (Uiltucs Abruzzo) e Davide Urbano (Filcams Cgil) a capo di un consistente drappello di dipendente ieri con cartelli di protesta e bandiere. E braccia incrociate.
«Abbiamo indetto questa giornata di sciopero dopo la rottura delle trattative avvenuta due giorni fa - hanno commentato -. La vertenza riguarda 1500 dipendenti solo nella nostra regione e l'adesione registrata allo sciopero è stata alta».
CONTRATTO BLOCCATO - Il nodo riguarda rinnovo del contratto scaduto ormai dal 2019 per le imprese aderenti a Federdistribuzione ovvero dellas Distribuzione moderna organizzata. Alla controparte, cioè ai vertici delle aziende, si rimprovera in primo luogo l'indisponibilità a trattare su aspetti che altre associazioni del settore, leggi Confcommercio, Confesercenti e Distribuzione cooperativa hanno invece riconosciuto nel nuovo contratto già sottoscritto con condizioni migliorative: precisazione doverosa dal momento che questa battaglia sindacale riguarda dipendenti di alcune aziende e non va generalizzato il termine supermercati (il caso non riguarda Conad, Coop e altre importanti aziende, è stato precisato).
«Ai dipendenti viene richiesta massima flessibilità in deroga alla legge sui tempi determinati - spiega Stampone -. Questo accresce la precarietà tra i lavoratori non stabilizzati e preclude ai part time le possibilità di un aumento contrattuale». «Il rinnovo contrattuale non è solo per la parte economica ma anche e soprattutto per quella normativa che disciplina il rapporto tra lavoratore e azienda» ha aggiunto Di Federico, che poi va dritto al punto: «Le aziende vorrebbero introdurre nel rinnovo una serie di arretramenti contro cui lottiamo da sempre e che si traducono in un demansionamento. In altre parole si mira ad istituzionalizzare ciò che oggi è illegittimo». «Per scongiurare lo sciopero di oggi - conclude Urbano - Federdistribuzione ha promesso in via unilaterale un aumento di 70 euro, quando invece i rinnovi con i contratti collettivi nazionali di Confcommercio, Confesercenti e Distribuzione cooperativa prevedono un aumento graduale di 240 euro in un triennio, quindi diciamo no all'elemosina».

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