ATESSA Un silenzio irreale, in uno dei distretti industriali più produttivi del Centro sud Italia e in una zona densamente trafficata e popolata di fabbriche, aziende, capannoni e locali commerciali, ha accolto ieri lo sciopero dei metalmeccanici indetto dalla Fiom-Cgil per sollecitare interventi sulla sicurezza all'interno dei luoghi di lavoro. Il tributo di un minuto di silenzio a Roberto Caporale, 47 anni di Lanciano, prima vittima del 2024 di un tragico elenco di morti sul lavoro che solo lo scorso anno ne ha contati 30, ha commosso tanti colleghi e tanti amici dell'operaio frentano. In tantissimi hanno partecipato alla protesta, con punte di adesione, secondo il sindacato, anche del 90%. E in rappresentanza del mondo automotive c'erano quasi tutti i dipendenti della Proma, l'ultimo luogo di lavoro, e purtroppo anche di morte, di Roberto, colpito, lo scorso 15 gennaio, da un tubo metallico espulso da una pressa vicino alla sua postazione di lavoro; della Isringhausen, dove Roberto aveva lavorato per diversi anni, ma anche dello stabilimento Stellantis Europe Atessa; di Fameccanica; Trigano Van; Fca Plastic; Pelliconi e molte altre con delegati arrivati anche dalle provincie dell'Aquila e di Teramo. «È necessario che gli organi ispettivi deputati al controllo, ovvero Asl, Inail, ispettorato del lavoro, investano di più in interventi strutturali e di rinforzo dell'organico», interviene Alfredo Fegatelli (Fiom Abruzzo), «perché spesso è proprio a causa della carenza di personale che si effettuano pochi controlli nelle fabbriche. C'è bisogno di controlli costanti in ogni azienda, dalla più piccola alla multinazionale. È fondamentale invertire la rotta di un Abruzzo maglia nera sulle morti sul lavoro. La sicurezza e la salute dei dipendenti all'interno delle fabbriche viene prima dei profitti».