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Data: 03/12/2023
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IL CENTRO
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Muore sul lavoro a 55 anni Incidente in un condominio: la vittima è Ezio Montanaro. La procura apre un'inchiesta. La testimone: una botta forte e poi ho visto l'uomo a terra il racconto

03 dicembre 2023 il centro abPESCARA Una folata di vento forte mentre era al lavoro sul ponteggio per terminare quei maledetti lavori di ristrutturazione finanziati con il Superbonus 110%. Persino di sabato e in condizioni meteorologiche non proprio ideali. Una tragedia che si è consumata in pochi secondi: il volo dal tetto dello stabile, da circa una decina di metri, e poi lo schianto sull'asfalto. È morto così, sul colpo, per un «politrauma da precipitazione» Ezio Montanaro, operaio di 55 anni di Pescara. A fare luce sui contorni dell'ennesimo incidente sul lavoro sarà l'inchiesta della Procura, aperta subito dopo il sequestro penale dell'area del cantiere da parte della polizia, accorsa sul posto con il personale della squadra volante coordinato dal dirigente Pierpaolo Varrasso.È successo tutto ieri mattina alle 7.40. Ezio Montanaro è caduto da una palazzina in fondo a via Monte Sirente, una traversa di via Fonte Romana, poco distante dall'ospedale civile di Pescara, mentre era al lavoro con l'impresa Di Giovanni e Di Giovanni per eseguire interventi edili sul tetto dell'edificio al civico 13/15. Un tonfo che ha colto di sorpresa anche una donna straniera che abita al piano terra dello stabile. Alla vista del giubbotto accartocciato per terra si è stropicciata gli occhi per guardare meglio e, temendo il peggio, ha immediatamente lanciato l'allarme e chiamato i soccorsi. L'ambulanza medicalizzata del 118 si è subito attivata. Una corsa disperata a sirene spiegate dal vicino ospedale, ma che si è rivelata inutile. Nonostante l'arrivo tempestivo di medici e infermieri, per l'uomo non c'è stato nulla da fare. Una volta sul posto il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatare il decesso del 55enne per le gravi lesioni riportate nello schianto. Sul posto sono arrivati, nei minuti successivi, le pattuglie dell'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura di Pescara Volante e, nelle ore successive, anche il personale dell'Ispettorato del lavoro della Asl incaricato degli accertamenti per gli incidenti sul lavoro. La Volante che si è occupata dei rilievi ha informato anche il pubblico ministero di turno, Gabriella De Lucia. Nelle prossime ore si deciderà se e quando disporre l'autopsia. Nel frattempo, l'intera area della palazzina in ristrutturazione è stata transennata con il nastro rosso per consentire gli accertamenti del caso. È tutta da chiarire la dinamica dell'incidente: in primis se si sia trattato di una tragica fatalità, se le misure di sicurezza sul cantiere siano state rispettate e se non si possano escludere eventuali responsabilità penali.Intanto gli effetti personali della vittima, il portafogli con i documenti e le chiavi dell'auto, sono state restituite al cognato, che intorno alle 14 è arrivato in via Monte Sirente prendendo sulle sue spalle il dolore di un'intera famiglia. «Ezio era una roccia: alto 1 metro e 80, possente», racconta con lo sguardo di chi non riesce ancora a credere a quello che è successo, «era il fratello di mia moglie, una famiglia bellissima e numerosa ma segnata dai lutti. Loro sono 11 fratelli, abitano a San Silvestro, è il quarto che viene a mancare. Ogni volta sono sempre intervenuto io, anche a Roma sono andato, è un dolore che non si spiega». Cordoglio e vicinanza ai familiari è stato espresso anche dall'assessore del Comune di Pescara Eugenio Seccia che conosceva da vicino la vittima e i suoi fratelli. «Ci mancherà la sua allegria», si lascia andare Seccia, «Ezio era un simpaticone, sempre di compagnia, sempre cordiale. I Montanaro sono una famiglia molto unita e coesa, abitano nella zona del campo sportivo, il papà lavorava al Comune di Pescara, era molto apprezzato. È una disgrazia che mi lascia senza parole, mi dispiace enormemente». Il segretario provinciale di Chieti-Pescara dell'Ugl Armando Foschi chiede invece la convocazione di un tavolo prefettizio «per affrontare gli ultimi dati inerenti la sicurezza sui luoghi di lavoro per predisporre delle misure adeguate, utili a scongiurare i decessi, affinché l'operaio edile 55enne deceduto non sia solo un numero da statistica».
 
La testimone: una botta forte e poi ho visto l'uomo a terra il racconto
PESCARA «Ho sentito "bum", come una botta, e poi ho aperto la finestra. Tirava un vento fortissimo, sbatteva tutto. Ho visto qualcosa per terra, all'inizio pensavo a un giubbotto caduto, ma poi mi sono accorta che era un uomo e ho chiamato il Pronto soccorso». La testimone ha i capelli biondi, gli occhi azzurri colmi di lacrime e i lineamenti tipici delle donne dell'Europa dell'Est. L'italiano lo mastica abbastanza bene da raccontare i dettagli di quello che ha visto e sentito ieri mattina, quando Ezio Montanaro, l'operaio edile di 55 anni di Pescara ha perso la vita sul lavoro in un condominio di via Monte Sirente.«Erano le 7.40 stavano lavorando al cantiere come ogni giorno», riesce ad aggiungere la donna prima di rientrare in casa, visibilmente scossa, in quella stessa palazzina dove si è consumato l'ultimo incidente sul lavoro. L'area del cantiere da ieri intorno alle 13.45 è stata sottoposta a sequestro penale dalla polizia, in attesa degli accertamenti richiesti dalla Procura. La donna è stata sentita dai poliziotti e dall'Ispettorato del lavoro della Asl, che ha raccolto a caldo sommarie informazioni sul caso, in attesa di cristallizzare la testimonianza nei prossimi giorni. Gli altri vicini, invece, la coppia di anziani che abita nell'edificio adiacente e due donne che vivono in un condominio poco distante, raccontano di non essersi accorti di nulla, soltanto delle sirene del 118 e delle forze dell'ordine che hanno percorso via Monte Sirente a tutta velocità, sperando di riuscire a salvare la vita di Ezio Montanaro. Tutti però ricordano bene il volto della vittima. «Ci siamo svegliati alle 9 quando era già successo tutto, è una tragedia», raccontano i due anziani. «Non ho sentito nessun rumore, ho aperto la finestra alle 8 e c'era la polizia qui in strada», sottolinea una donna che preferisce però mantenere l'anonimato, «sono circa tre mesi che gli operai lavorano nel cantiere. Lui lo vedevo tutti i giorni, ci conoscevamo e salutavamo. Era di corporatura grossa, un omone molto gentile. L'ultima volta l'ho visto ieri (venerdì per chi legge n.d.r.) stava andando a prendere il caffè con i colleghi». Probabilmente l'ultimo con gli operai dell'impresa Di Giovanni e Di Giovanni.

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