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Data: 17/01/2024
Testata Giornalistica:
IL MESSAGGERO
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Operaio morto alla Proma un indagato nell'inchiesta Il responsabile dello stabilimento dovrà rispondere per omicidio colposo

LANCIANO La Procura ha aperto un fascicolo, con un indagato, per la morte Roberto Caporale, l'operaio 47enne di Lanciano ucciso da un tubo metallico lungo 20 centimetri e del peso di due chili, espulso, all'improvviso e con violenza da una pressa vicino a cui stava lavorando. Un "proiettile" che l'ha colpito al torace. L'arresto cardiaco è stato immediato e a nulla sono valsi gli aiuti prestati dai colleghi, che hanno tentato di rianimarlo, prima dell'arrivo dei sanitari del 118. L'incidente si è verificato l'altro ieri mattina nello stabilimento metalmeccanico della Proma Spa a Monte Marcone. Il gruppo ha due fabbriche in Val di Sangro, l'altra si trova in via Catania. Un rapporto sull'accaduto è stato rimesso al procuratore Mirvana Di Serio che oggi conferirà al medico legale Pietro Falco l'incarico per l'autopsia che sarà eseguita all'obitorio di Chieti, dove è stata portata la salma.
INDAGATO - Sotto inchiesta è finito il responsabile dello stabilimento, A.T., con l'accusa di omicidio colposo. Un atto dovuto, ritenuto che nei prossimi giorni saranno eseguiti accertamenti irripetibili. Sotto sequestro la postazione dove si è verificata la tragedia, assieme al macchinario che ha "sputato" fuori il pezzo di tubo divenuto arma letale. Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Atessa, al comando del maresciallo Umberto Giannico. Ieri due le ore di sciopero indette da Fiom Cgil e Fim Cisl nell'azienda. Molti operai sono interinali e, sconvolti dall'accaduto, hanno chiesto di poter restare a casa. «Anche Roberto - spiega Andrea De Lutiis, segretario provinciale Chieti Fiom - era precario». Aveva un contratto di somministrazione. «C'è stata - aggiunge - una forte partecipazione allo sciopero. In altre realtà, come alla MA2, la Rsu ha proclamato uno sciopero per manifestare la propria vicinanza e sono tante le rappresentanze sindacali delle aziende della Val di Sangro che ci stanno chiedendo di attivarci per un momento di riflessione specifico sulla sicurezza». Amedeo Nanni, Fim Cisl: «Come sindacato, trovando muri di gomma, abbiamo anche difficoltà a chiedere iniziative che secondo noi potrebbero aiutare a ridurre gli incidenti, come formazione, aumento degli ispettori nei territori, inserimento di meccanismi premianti per le aziende che investono sulla sicurezza e dure sanzioni per i trasgressori».
53 MORTI IN DUE ANNI - «Nel 2022, fonte Inail, ci sono state 23 morti sul lavoro in Abruzzo; nel 2023 sono drammaticamente salite a 30. Non è più possibile restare inermi di fronte a questi dati e le parole di cordoglio e di solidarietà alle famiglie colpite da queste tragedie non bastano più» tuona il coordinatore generale di Uilm Abruzzo, Nicola Manzi. «E' necessario trovare tutti gli strumenti per costringere le aziende ad applicare le norme in materia di sicurezza. Il Testo unico esistente è all'avanguardia, il problema è nella sua applicazione nelle fabbriche, che siano capannoni con poche decine di operai oppure multinazionali».

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