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Data: 10/03/2024
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CORRIERE DELLA SERA
    CORRIERE DELLA SERA

Ore 7, via al voto in Abruzzo Ma la partita è nazionale Centrodestra contro centrosinistra, le attese dei leader nella sfida a due per la Regione. Lo spoglio inizierà alle 23

Roma Non sarà l’Ohio, tradizionalmente lo Stato chiave per capire come voterà l’America alle presidenziali, ma l’Abruzzo è comunque una regione importante per gli equilibri politici dell’Italia, attuali e futuri, per maggioranza e opposizione.

E in Abruzzo per le Regionali si vota oggi, urne aperte dalle 7 alle 23, con lo spoglio che inizierà immediatamente dopo la chiusura dei seggi e andrà avanti probabilmente per tutta la notte, da vedere se con un testa a testa che solo qualche settimana fa sarebbe stato imprevedibile. Ci sperano e ci contano nel centrosinistra, dopo la vittoria all’ultimo voto in Sardegna solo due settimane fa, quella di Alessandra Todde, del M5S, sostenuta anche dal Pd e da Alleanza Verdi e Sinistra. Una vittoria che ha dato una grossa spinta all’alleanza del campo largo, quello che mette insieme tutte le opposizioni.

Niente «disgiunto». A differenza della Sardegna non si può votare un candidato e una lista non collegata

Qui infatti, a differenza della Sardegna dove i centristi avevano sostenuto Soru, il candidato Luciano D’Amico, docente universitario, ha messo d’accordo tutti: da Italia viva ad Avs, tutti i partiti lo sostengono con grande entusiasmo, e lo dimostrano i tanti comizi e visite dei leader, che comunque lui (come Todde) non ha voluto presenti alla chiusura della campagna elettorale. A differenza della neopresidente della Sardegna però, D’Amico non potrà contare sul voto disgiunto, che invece ha fatto la differenza nella regione dove è stato eletto il primo esponente del M5S in una tornata regionale. Un punto a favore di Marco Marsilio, presidente uscente, fedelissimo di Giorgia Meloni e fino a poco fa dato per quasi sicuro vincente. Oggi la lotta è molto più difficile, sia per la mobilitazione del fronte avversario, sia per il dato che potrà risultare decisivo dell’affluenza alle urne: più sarà alta, prevedono nel centrosinistra, più potrebbe sfavorirlo (il Pd punta infatti sul voto degli indecisi). Certo, il voto è vissuto con una certa ansia dalla coalizione di maggioranza, soprattutto per l’agitazione nella Lega, ferita dopo il cattivo risultato sardo. Insomma, una regione di un milione e 300 mila abitanti potrebbe davvero provocare un mezzo terremoto politico se il centrodestra non ottenesse la riconferma del suo presidente, e dare il là a mesi di intensissima e continua campagna elettorale: prima delle Europee di giugno infatti si voterà in Basilicata (ad aprile, il centrosinistra non ha ancora l’accordo sul candidato), poi con il voto per l’Ue si sceglierà anche il governatore del Piemonte e in autunno toccherà all’Umbria. Per questo i partiti attendono con il fiato sospeso lo spoglio di stanotte, che comunque a differenza di quello della Sardegna sarà accompagnato sia da exit poll che da proiezioni: all’alba sarà chiaro chi sarà il nuovo presidente. E dopo si aprirà il confronto politico, all’interno della coalizione che soccomberà.


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