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Data: 01/03/2024
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IL CENTRO

Pescara-Roma, sì a 720 milioni Meloni e Marsilio: via all'opera Treno veloce, a dieci giorni dal voto il Cipess sblocca il rifinanziamento dei primi due lotti. D'Amico: sono fondi restituiti, non concessi

La Pescara-Roma riaccende lo scontro, in campo Pd, M5S, Azione e SI


PESCARAA dieci giorni dal voto Giorgia Meloni e Marco Marsilio chiudono la partita della Pescara-Roma. «Oggi abbiamo messo in sicurezza un'opera strategica, la finanziamo integralmente, assicurando anche risorse aggiuntive, e ci impegniamo a realizzarla nei prossimi giorni», dice la premier.«Finalmente il Cipess ha rifinanziato i primi due lotti relativi al potenziamento della ferrovia Roma-Pescara. Si tratta di 950 milioni di euro che piovono sull'Abruzzo per realizzare un'infrastruttura che da almeno mezzo secolo attendeva di essere messa in opera», aggiunge il presidente ricandidato che ieri mattina è corso a Roma per sedersi accanto ai ministri. Per Marsilio era la posta elettorale più importante da incassare prima del 10 marzo. Ed ora esulta insieme all'intera coalizione di centrodestra innescando la reazione degli avversari, mentre Meloni assicura: «Il Cipess ha adottato tutti gli atti necessari per assegnare queste risorse e procedere velocemente alla realizzazione dell'infrastruttura».La riunione a Roma del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, annunciata dal capo del Governo già il 7 febbraio scorso in occasione della sua visita all'Aquila, è cominciata alle 11.30 di ieri. Nel Pnrr erano previsti 620 milioni di euro per i primi due lotti dell'opera, il raddoppio delle tratte Interporto d'Abruzzo-Manoppello-Scafa. Ma, revisionando il piano, l'esecutivo Meloni ha dovuto prendere atto dell'impossibilità di completare i lavori nei modi e nei tempi previsti, cioè entro il mese di giugno del 2026. Circostanza che avrebbe portato a perdere quelle risorse e rinunciare al completamento la treno veloce per Roma.«Dunque abbiamo dovuto stralciare il finanziamento alla Roma-Pescara ed individuare fondi alternativi», continua la premier entrando più nel dettaglio: «Il Cipess ha deliberato un finanziamento complessivo di 720 milioni di euro, che si aggiungono ai 231 milioni di euro che sono a carico del Fondo Opere Indifferibili, a fronte di un costo complessivo di 951 milioni di euro per i lotti 1 e 2 della linea Roma-Pescara. Ora il Cipess dovrà adottare tutti gli atti necessari per assegnare queste risorse e procedere velocemente alla realizzazione dell'infrastruttura», ribadisce Meloni.All'ordine del giorno, oltre al finanziamento della Roma-Pescara, c'era anche il Programma operativo complementare 2014-2020 della Regione Abruzzo: 146 milioni di euro che serviranno a intervenire su diversi settori strategici. Tra questi: ricerca e sviluppo, innovazione, tutela dell'ambiente e prevenzione e gestione dei rischi, competitività delle piccole e medie imprese, occupazione, istruzione e formazione professionale e rafforzamento della capacità amministrativa.«Il raddoppio e la velocizzazione della ferrovia Roma-Pescara», spiega Marsilio, «iniziano con i primi due lotti e naturalmente con l'impegno del Governo ad andare avanti per finanziare poi il resto dell'opera. Ma era fondamentale partire. Questi 950 milioni sanano un debito accumulato dal precedente governo, che non avendo saputo completare la procedura di autorizzazione di questo appalto nei termini previsti dal Pnrr, aveva fatto perdere il finanziamento dell'opera, che ora viene rifinanziata con i fondi sviluppo e coesione grazie alla presidente Meloni, al ministro Fitto e al ministro Salvini che hanno lavorato per individuare questa nuova fonte di finanziamento. Oltre a questo», aggiunge il presidente ricandidato, «il Cipess ha anche approvato il Piano operativo complementare che rifinanzia quasi 150 milioni di euro di fondi europei distratti e utilizzati per l'emergenza Covid tra il 2020 e il 2022, e che oggi tornano nella disponibilità dell'Abruzzo per essere spesi a sostegno delle imprese, dello sviluppo economico e del territorio». E al leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, da ieri in tour elettorale in Abruzzo per D'Amico, che ha dichiarato: «È un segno di grande debolezza l'errore che Meloni sta compiendo anche qui, promettendo in campagna elettorale la Roma-Pescara. In questo modo dimostri che fai promesse mirabolanti mentre sono impegni da declinare ogni giorno con una seria attività amministrativa», Marsilio ribatte in modo caustico.«Il finanziamento della ferrovia Roma-Pescara non è una promessa ma una delibera del Cipess. Conte dovrebbe conoscere pure la differenza. Piuttosto fu lui a fare una promessa mirabolante parlando di alta velocità quando si trattava di una semplice velocizzazione della linea esistente».«Conte», conclude il governatore ricandidato dal centrodestra, «aveva messo a disposizione solo 620 milioni di euro del Pnrr, promettendo di realizzare quattro lotti, quando questi soldi non bastavano nemmeno per due. Le chiacchiere e l'approssimazione con cui lui ha governato sono dimostrate plasticamente proprio della vicenda della ferrovia Roma-Pescara che grazie a Giorgia Meloni può finalmente partire».Sulla scia di Marsilio intervengono gli altri esponenti del centrodestra. «Ringrazio Giorgia Meloni e il Governo per aver voluto fortemente la riunione del Cipess e chiuso il finanziamento certo e in tempi celeri della tratta ferroviaria Roma-Pescara. Un'infrastruttura essenziale per il centro e il sud Italia perché va a coprire un segmento della tratta appenninica di grande importanza commerciale e turistica», dice il deputato abruzzese di Fratelli d'Italia Guerino Testa.«L'Abruzzo avrà le infrastrutture che le competono. In troppi, per troppi anni, hanno trascurato le istanze degli abruzzesi. Solo la sinergia tra governo Meloni e governo regionale rende più forte l'Abruzzo», è la dichiarazione di Etelwardo Sigismondi, coordinatore regionale di Fratelli d'Italia in Abruzzo. Esultano anche Massimo Verrecchia, capogruppo uscente e ricandidato di FdI, il sottosegretario leghista Luigi D'Eramo e, sul fronte Forza Italia, il presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri, anche lui ricandidato, con il deputato Nazario Pagano, segretario regionale del partito, che conclude la lista delle dichiarazioni affermando: «È una notizia preziosa non solo per l'Abruzzo, che aspetta questa opera da tanti anni, ma per tutto il Paese». Per l'intera opera occorrono più di 9 miliardi, quello di ieri è il primo passo. Ma tra dieci giorni si vota.
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D'Amico: sono fondi restituiti, non concessi. La Pescara-Roma riaccende lo scontro, in campo Pd, M5S, Azione e SI
 
PESCARA Per il centrosinistra doveva essere il giorno della risposta. Quello buono per annunciare l'arrivo in Abruzzo di Pier Luigi Bersani, il 6 marzo, e di Elly Schlein e Stefano Bonaccini, insieme a Pescara il 7 marzo, per Luciano D'Amico e contro il centrodestra di Marco Marsilio che, il 5 marzo, sul palco di piazza Salotto, schiera l'artiglieria pesante: Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini, Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa. Ma la riunione del Cipess che ha rifinanziato il treno veloce sulla linea Pescara-Roma e le immediate dichiarazioni trionfalistiche del centrodestra, hanno imposto una strambata repentina che ha stravolto il programma del centrosinistra trasformando la giornata degli annunci in un ring elettorale.
«NON È COSÌ» Una chiamata alle armi con una adesione massiccia, partita subito dopo la dichiarazione di Luciano D'Amico, candidato presidente del Patto per l'Abruzzo, che è salito in cattedra per sottolineare che: «Sono fondi restituiti all'Abruzzo, e non concessi da Meloni a Marsilio». Ed ha aggiunto, senza perdere il suo stile politicamente sobrio, «mi auguro che questa opera si faccia davvero, nel più breve tempo possibile». A lui però sono seguiti altri commenti, corrosivi per non dire altro, a cominciare da quello di Carlo Calenda.
«NESSUNO CI CREDE PIÙ» «Le ferrovie che compaiono e scompaiono a seconda del ciclo elettorale rappresentano uno dei tanti scandali italiani. Tra l'altro a queste prese in giro non crede più nessuno». Così ha detto il leader di Azione. Ma è solo l'inizio.
«UN TAGLIA E CUCI» È sferzante anche Michele Fina: «Una vecchia e stantia tecnica della peggiore politica è quella di asfaltare le strade nei pressi delle abitazioni degli elettori a pochi giorni dalle urne. In Abruzzo siamo arrivati a questo punto: dopo cinque anni di nulla, il governo a dieci giorni dal voto stanzia risorse e promette opere. Anzi fa di peggio: dopo aver tagliato fondi per la ferrovia Roma Pescara pari a 1,5 miliardi, stanzia 700 milioni che spettavano comunque all'Abruzzo e pretende dagli abruzzesi anche gli applausi. Non si trovano parole per commentare adeguatamente», ha sentenziato il senatore del Pd.
«ORA HANNO PAURA» Anche i Verdi hanno risposto alla chiamata alle armi: «Meloni ha trasformato il Cipess in uno strumento per la campagna elettorale di Marsilio, detto l'uomo dei tre mari», ha esordito Angelo Bonelli, «la premier ha presieduto la riunione interministeriale proprio insieme al presidente della regione ricandidato per annunciare che si farà la ferrovia Roma-Pescara dopo che, pochi mesi fa, l'avevano definanziata dal Pnrr. L'uso spregiudicato che fanno delle istituzioni a fini elettorali promettendo a 10 giorni dalle elezioni mari e monti (anzi tre mari) è vergognoso. Fanno così perché hanno paura di perdere e usano la propaganda per raggirare i cittadini», le parole del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana.
«I SOLDI DEL MONOPOLI» Il tema della "paura" torna anche nelle parole dei 5 Stelle: «È chiaro ormai che sull'Abruzzo il tandem Meloni-Salvini inizia ad avvertire svariati tremolii di paura. E così, ecco la pubblicità ingannevole sulla tratta ferroviaria Roma-Pescara, opera sulla quale il governo fa il gioco delle tre carte da un anno e mezzo», ha affermato Gabriella Di Girolamo, «praticamente ci stanno ridando risorse che loro stessi avevano tolto a due lotti già finanziati. Ma ci sarebbero anche gli altri lotti di cui non si sa nulla e sui quali Salvini da un anno e mezzo tace. Gli abruzzesi non meritano certe prese in giro patetiche. La verità è che tanto Meloni quanto Salvini sono ben consapevoli dei disastri della giunta Marsilio, e intravedendo fantasmi che aleggiano sul 10 marzo, si mettono a fare i venditori di pentole con slogan indegni, giocando con i fondi pubblici come se fossero soldi del Monopoli. Gli abruzzesi non hanno la mosca al naso», ha infine esclamato la senatrice sulmonese dei 5 Stelle.
LA FUGA IN AVANTI E sotto traccia continua anche la competizione interna al centrodestra con la Lega che ieri è scattata in avanti per intestarsi il raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara. «È un passo fondamentale per il celere avvio dei lavori così come auspicato da Matteo Salvini». Che proprio domani sarà ad Avezzano per illustrare gli impegni del governo in Abruzzo. Un annuncio arrivato mentre la premier Giorgia Meloni stava ancora presiedendo il Cipess e Marsilio sedeva allo stesso tavolo romano. Ma queste sono storie di un'altra parrocchia.
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