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Data: 24/10/2023
Testata Giornalistica:
IL CENTRO
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Protestano i fonici del tribunale Manifestazione contro i contratti precari e gli stipendi troppo bassi

PESCARA Giornata di agitazione sindacale, ieri, per i lavoratori «invisibili per la giustizia», come si sono definiti loro stessi. Si tratta di fonici, trascrittori e stenotipisti che vivono un momento delicato della loro vita occupazionale dopo la riforma Cartabia che li sta penalizzando pesantemente. Ieri si sono astenuti dal lavoro (soltanto in pochi hanno dovuto lavorare per evitare una possibile interruzione di pubblico servizio per la tenuta dei processi), manifestando insieme alla Cgil davanti a Palazzo di Giustizia. Lavoratori «precari e iperflessibili che svolgono un lavoro fondamentale al fianco dei giudici al fine del regolare svolgimento delle udienze e dei processi», come si legge nella locandina con la quale hanno evidenziato le loro ragioni. Rivendicano il superamento della precarietà dell'appalto, la salvaguardia e garanzia occupazionale, il riconoscimento e la valorizzazione della categoria professionale che da anni si chiede per i fonici trascrittori e stenotipisti forensi. Sono loro che, all'interno dei tribunali, a fronte di una retribuzione letteralmente da fame, «gestiscono il servizio di documentazione degli atti processuali», come scrive la Filcams Cgil Abruzzo Molise, «a cui viene applicato però il contratto nazionale dei servizi di pulizia e multiservizi, che non rappresenta in alcun modo le loro professionalità». Sono in stato di agitazione dal luglio scorso a seguito di alcuni provvedimenti legati alla riforma Cartabia: «Nella riforma dell'ex ministro della Giustizia», scrive ancora il sindacato, «si parla di percorsi di formazione per mansioni analoghe a quelle che loro svolgono, destinati però a figure assunte direttamente dal ministero della Giustizia, tagliando sostanzialmente fuori migliaia di lavoratori a livello nazionale». Un lavoro che peraltro dovrebbero svolgere i cancellieri che hanno ben altri e delicati compiti. Solo ieri, per questi lavoratori precari, è arrivato uno spiraglio: dopo mesi il ministro ha accettato di incontrare le organizzazioni sindacali e si è aperto un tavolo di confronto per comprendere effettivamente quali cambiamenti introdurrà per questi lavori la riforma Cartabia. «Questo però non ci basta», afferma la Cgil che rivendica un contratto che riconosca le loro figure professionali e che garantisca un trattamento economico adeguato. Il sindacato chiede stabilità lavorativa anche «attraverso corsi di formazione per acquisire nuove competenze, aumentando le specificità e la qualità del servizio».
24 ottobre 2023 il centro
 

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