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Data: 21/02/2024
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Sicurezza, giorno della protesta Edilizia e fabbriche scioperano Due ore di stop in regione per ogni turno: il candidato D'Amico al presidio Cgil e Uil di Teramo

Due ore di sciopero e presidi in tutto l'Abruzzo, nei cantieri e davanti alle fabbriche. Oggi, gli operai del comparto edile e metalmeccanico incroceranno le braccia per chiedere maggiore sicurezza dopo la strage avvenuta in un cantiere a Firenze, dove era in costruzione un centro commerciale. Previsto anche un presidio, alle 10,30 davanti alla Prefettura di Teramo. Luogo scelto non a caso dai sindacati: uno degli operai deceduti nell'incidente mortale, Luigi Coclite, di 59 anni, infatti, era originario di Montorio. La mobilitazione è stata indetta congiuntamente da Cgil, Uil, Feneral Uil, Fillea Cgil, Fiom Cgil e Uilm Uil. Non ha aderito la Cisl.
PIÙ SICUREZZA. È ciò che chiedono, a gran voce, le organizzazioni sindacali al Governo Meloni. Richieste che hanno ripreso vigore dopo l'incidente di Firenze, con la morte di 4 operai. «Quella dei morti sul lavoro rappresenta una strage senza fine che ogni anno conta più di mille morti: una situazione indegna di un Paese civile», dicono in una nota Carmine Ranieri, segretario Cgil Abruzzo Molise, Michele Lombardo, segretario Uil Abruzzo, Louis Panza, segretario Feneal Uil Abruzzo, Silvio Amicucci, segretario Fillea Cgil Abruzzo Molise, Alfredo Fegatelli, segretario Fiom Cgil Abruzzo Molise e Nicola Manzi, coordinatore regionale Uilm Abruzzo, «quanto avvenuto a Firenze e negli altri incidenti sul lavoro non è dovuto alla fatalità, ma è frutto di responsabilità precise: la modifica del codice degli appalti che ha introdotto il subappalto a cascata, la mancanza strutturale di controlli ispettivi, la mancata applicazione dei contratti nazionali del settore di riferimento, l'assenza di una legge che introduca la patente a punti per le aziende».I sindacati, fanno appello al governo: «È necessario un decreto che porti le tutele degli articoli 41 e 119 del Codice degli appalti pubblici anche nei cantieri privati sopra i 500mila euro, che si prevedano tutte le tutele in fase di esecuzioni dei lavori, dall'applicazione del contratto nazionale di riferimento al divieto del massimo ribasso sui costi della manodopera e della sicurezza».
TUTTI IN PIAZZA. Al presidio regionale davanti alla Prefettura di Teramo parteciperanno sindacati e lavoratori. È prevista la presenza anche del candidato alla regionali per il Patto per l'Abruzzo, Luciano D'Amico. «È necessario imprimere un radicale cambiamento alle politiche di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, cancellando il ricorso ai subappalti a cascata, prevedendo maggiori controlli nelle filiere, eliminando il ricorso ad appalti al massimo ribasso e garantendo a tutti condizioni di lavoro dignitose. Il lavoro e la sicurezza devono tornare al centro del dibattito politico e il Governo ha il dovere di trovare soluzioni concrete», aggiungono i sindacati che promuoveranno, nella giornata odierna, astensioni dal lavoro in tutti i territori, in tutti i cantieri e nelle aziende abruzzesi. «Non vogliamo più contare i morti. Sono urgenti risposte forti e un cambiamento radicale. Basta morti sul lavoro», il grido d'allarme che accompagnerà la mobilitazione.
SCATOLE CINESI. «L'ennesima strage sul lavoro», dichiara Ranieri, «evidenzia come ci troviamo di fronte ad un sistema che non garantisce la sicurezza dei lavoratori: i subappalti a catena sono scatole cinesi dove si annidano precarietà, irregolarità, scarsa sicurezza e mancanza di formazione».Le richieste al governo sono chiare: patente a punti per le aziende virtuose che mettono la sicurezza al primo posto «e come tali vanno privilegiate negli appalti», evidenzia Ranieri, «c'è, poi, il problema delle ispezioni: un'azienda, in media, riceve un'ispezione ogni 14 anni. Praticamente nulla. Occorre aumentare il numero degli ispettori che controllano i cantieri e le fabbriche, frenare la precarietà del lavoro, che è una componente fondamentale degli incidenti mortali. Dove non c'è formazione, dove manca la sicurezza è più probabile che avvengano stragi come quella di Firenze. La sicurezza sul lavoro deve essere una priorità del governo centrale e di tutte le amministrazioni. Di fronte alle richieste pressanti del sindacato il governo tace», incalza Ranieri, «e le cose non fanno che peggiorare».
DATI ALLARMANTI. Secondo l'ultimo report del Cresa, il Centro regionale di studi economico-sociali, in Abruzzo, nel 2022, le denunce di infortuni sul lavoro sono state 16mila, poco più del 2% delle 703mila registrate a livello nazionale, con una crescita rispetto al 2021 di 4.200 casi pari al 37%, incremento di gran lunga superiore rispetto al 25% italiano. In regione si contano 33 denunce ogni 1.000 lavoratori, tre in più delle 30 italiane, e nove in più rispetto all'anno precedente. Il Cresa, che ha analizzato gli ultimi dati Inail, parla di numeri «peggiori di quelli nazionali per l'Abruzzo» dove le denunce di infortuni sul lavoro con esito mortale nel 2022 sono state 25, pari al 2% del totale nazionale, 29 in meno rispetto alle 46 registrate nel 2021. Il 76% degli infortuni mortali è stata denunciato nella gestione industria e servizi, il 12% dall'agricoltura. Forte, secondo l'analisi, è l'aumento degli infortuni sul lavoro con l'Abruzzo a +41% rispetto al +27% dell'Italia. Più contenuto quello delle denunce per infortuni in itinere, capitati cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro (Abruzzo +7%; Italia +11%).

21 febbraio 2024 il centro

 

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