Data: 16/01/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Tragedia sul lavoro ad Atessa. Muore in fabbrica colpito da un tubo La vittima è Roberto Caporale, 47enne di Lanciano. Inutili i tentativi di soccorrerlo: è deceduto sotto gli occhi dei colleghi.
ATESSA Un tubo metallico, schizzato come un proiettile dalla pressa azionata, lo ha colpito violentemente al torace. Non ha avuto scampo Roberto Caporale, operaio 47enne di Lanciano, primo morto sul lavoro del 2024. Succede nel cuore produttivo dell'Abruzzo, l'indotto automotive della Val di Sangro. Roberto, lavoratore precario nella ditta Proma spa di Atessa, è morto sotto gli occhi dei colleghi che hanno provato a strapparlo ad un tragico destino.
L'INCIDENTE Ieri mattina, intorno alle 11, Caporale era a lavoro nella fabbrica di via Catania, nella zona industriale di contrada Saletti. L'azienda, del Gruppo Proma di Caserta, opera nel settore automotive e si occupa di assemblaggio e stampaggio di componenti per autoveicoli. Al momento dell'incidente l'operaio stava rimettendo il nastro ad una pressa, sulla quale pare avesse poggiato un cilindro di acciaio. Sembra che quando la pressa sia stata azionata, il tubo metallico sia schizzato, espulso dalla macchina, e abbia investito violentemente il lavoratore. Il 47enne è stato colpito all'altezza del torace ed è crollato a terra. Il primo soccorso gli è stato prestato da parte di lavoratori qualificati dell'azienda, mentre nel frattempo veniva allertato il 118. Sul posto sono arrivati un'ambulanza medicalizzata da Lanciano e l'elisoccorso da Pescara, atterrato in via Monte Marcone, nelle vicinanze della zona industriale.
LESIONI FATALI Il colpo inferto dal tubo metallico ha provocato lesioni irreversibili all'operaio, deceduto pochi minuti dopo a causa di un'emorragia interna. Il forte trauma da impatto non ha lasciato scampo a Roberto Caporale. Personale del 118 e medico del lavoro della Asl non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del 47enne. Su quanto accaduto nella fabbrica sono in corso gli accertamenti dei carabinieri della stazione di Atessa, agli ordini del capitano Alfonso Venturi, comandante della compagnia, e degli ispettori del Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro di Chieti.
LE INDAGINI Un fascicolo d'inchiesta è stato aperto dalla procura della Repubblica di Lanciano, l'ipotesi di reato è di omicidio colposo. Il procuratore Mirvana Di Serio ha disposto il sequestro del macchinario, mentre la salma dell'operaio è stata trasferita nella camera mortuaria dell'ospedale civile di Chieti, in attesa dell'esame autoptico che sarà eseguito nei prossimi giorni. Le indagini dovranno stabilire se quanto accaduto nella fabbrica di via Catania sia dipeso da un problema di natura meccanica al macchinario o da un eventuale errore umano. Il tubo metallico che ha colpito l'operaio potrebbe essere stato usato impropriamente durante la lavorazione; al contempo va accertato se i meccanismi di freno della macchina fossero regolarmente attivi e funzionanti.
CHI ERA LA VITTIMA Roberto Caporale lavorava alla Proma spa di Atessa da circa un anno e mezzo, operaio precario nel settore automotive. In passato aveva lavorato anche alla Isringhausen, sempre ad Atessa, ma poi si era trasferito in Brasile per un periodo. Nel 2018 un altro grande dolore ha toccato la famiglia Caporale, la morte del padre Camillo, che era stato stimato dipendente comunale, impiegato nella segreteria del sindaco. Da quel dolore Roberto si era rialzato anche grazie all'amore di Valentina, la compagna con la quale progettava il futuro e che ieri lo aspettava a casa per pranzo. Caporale lascia anche la madre Antonella e la sorella Francesca.
E oggi scatta uno sciopero di due ore a turno. Proma spa, decisione dei sindacati che sollecitano controlli e maggiore sicurezza sul posto di lavoro
ATESSA Due ore di sciopero. È la decisione dei sindacati a seguito dell'ennesima morte in fabbrica che strazia il mondo del lavoro a nemmeno un mese dall'inizio del nuovo anno. Roberto Caporale, 47 anni, da pochi mesi in Proma, secondo i primi racconti circolati tra colleghi e conoscenti, era molto esperto, scrupoloso e attento sul lavoro. La dinamica dell'incidente è ancora da verificare, ma la pressa è stata immediatamente posta sotto sequestro dagli inquirenti intervenuti sul posto. I colleghi della vittima e tutti i dipendenti della fabbrica, scioccati e provati da quanto accaduto, sono stati mandati immediatamente a casa dalla direzione aziendale. Il fermo produttivo è stato programmato anche per tutto il pomeriggio e il turno serale di ieri. Nelle ore immediatamente successive alla tragedia era ancora in fase di valutazione anche la ripresa delle attività per questa mattina. Tuttavia, in caso di ripartenza delle linee, si lavorerebbe sicuramente fuori dall'area coinvolta dall'incidente. Alla Proma, azienda metalmeccanica di una multinazionale con stabilimenti in tre continenti e e oltre 3mila dipendenti nel mondo, che si occupa di assemblaggio e stampaggio di componenti per autoveicoli, Roberto era arrivato poco più di un anno fa con contratto da somministrato, ovvero da una agenzia di somministrazione, la GiGroup. Prima di approdare alla Proma, che in Val di Sangro lavora da fornitore per Stellantis Europe Atessa con due stabilimenti e una settantina di operai, Roberto era stato dipendente alla Isringhausen, la fabbrica che produce sedili per i veicoli commerciali leggeri, sempre per il gruppo Stellantis. La sua morte, l'ennesima in Abruzzo sulle linee produttive di una fabbrica, ha immediatamente scatenato le reazioni dei sindacati. Fiom e Fim hanno dichiarato due ore sciopero in Proma alla fine di ogni turno. «Ancora un lavoratore precario che lavorava nella speranza di avere un posto fisso», commentano le direzioni di Fiom Cgil Chieti, Fim Abruzzo e Molise e le rsu/rls di Proma, «In Italia, gli incidenti sul luogo di lavoro non sono il risultato di eventi fatali, troppo frequentemente queste tragedie evidenziano la mancanza di adeguate misure preventive e di sistemi necessari per assicurare la protezione e la sicurezza dei lavoratori. Le condizioni di lavoro in molte aziende sono troppe volte trascurate, con scarsa considerazione per l'importanza della prevenzione. Le iniziative di sensibilizzazione riguardo alla sicurezza sul lavoro vengono spesso considerate costi invece che investimenti. È imperativo che la salute e la sicurezza siano prioritarie in tutti i contesti lavorativi per contrastare queste tragedie e rendere i lavoratori più forti nella difesa dei propri diritti».«Il 2023 è stato un anno orribile per l'Abruzzo che è risultata la regione con il maggior incremento di morti sul lavoro rispetto al 2022, anno in cui era già aumentato il numero di morti rispetto al 2021», interviene l'Usb Abruzzo e Molise, «la politica deve intervenire e crediamo, come abbiamo proposto a tutti i gruppi consiliari regionali, che sia necessario potenziare gli organici degli enti di controllo delle Asl e attuare una loro riforma profonda per non lasciare scampo a chi non rispetta le regole. Alle aziende che violano le leggi sulla sicurezza va sospesa l'attività e prevedere dei controlli stringenti periodici: meglio lavoratori cassintegrati che morti. Ribadiamo con forza che bisogna introdurre un reato specifico nella legislazione: il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime».
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