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Data: 07/02/2024
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Vertenza Tecnocall, i sindacati insoddisfatti: «Soluzioni deboli» Della delicata questione si è occupata anche la conferenza dei capigruppo in consiglio comunale

L'obiettivo è tutelare i centodieci operatori interessati riconoscendo loro un sostegno economico - GUARDA IL SERVIZIO TRASMESSO DA RAI TGR ABRUZZO


L'AQUILA Ancora incerto il futuro dei centodieci operatori del call center Tecnocall. Il decreto Energia - che contiene disposizioni per il passaggio graduale al mercato libero - è ora legge, dopo l'approvazione in Senato, ma non ci sono garanzie, secondo i sindacati, in merito alla tutela degli attuali occupati nei servizi agli utenti. Della vertenza aquilana, che coinvolge a livello nazionale millecinquecento persone, si è occupata la conferenza dei capigruppo in consiglio comunale, alla presenza dei rappresentanti dei lavoratori. L'obiettivo emerso è quello di tutelare il personale, garantendo un futuro a oltre cento famiglie. Ma serve ancora l'intervento delle istituzioni e della politica. L'emendamento presentato dal senatore di Fratelli d'Italia Guido Quintino Liris va in questa direzione, ma potrebbe non essere sufficiente, come ribadito in sede di conferenza dei capigruppo. Verrebbe garantito il perimetro occupazione per tutto il 2024, ma poi Arera, l'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, dovrà fare delle delibere per regolamentare il sistema. E questo lascia nell'incertezza tutti gli operatori Tecnocall, che scontano già la cassa integrazione a rotazione, in attesa che venga approvata quella in deroga.Lo strumento individuato nell'articolo 4bis prevede il riconoscimento di un sostegno economico, anche riferito al costo del lavoro, per gli eventuali effetti derivanti dal passaggio dal mercato tutelato al mercato libero. «Le modalità di realizzazione sono però tutte da costruire», hanno spiegato le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, «attraverso un confronto che proseguirà a partire dalla definitiva assegnazione dei lotti di gara, con il coinvolgimento anche delle committenti energetiche aggiudicatarie».Perplessità condivise anche dai sindacati locali: la contromisura adottata risulterebbe «uno strumento ancora debole al fine della piena continuità occupazionale, del rispetto del vincolo della territorialità e del mantenimento dei diritti e del salario acquisiti, nel corso degli anni dai lavoratori interessati».I lavoratori aquilani stanno portando avanti una lunga mobilitazione, con presidi davanti a Comune, Provincia, Regione e Prefettura, e hanno scritto anche al presidente del consiglio Giorgia Meloni e al cardinale Giuseppe Petrocchi.

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